Volare, oh oh...sulle ali di Air France

27.12.2008 13:26

di Francesco Piccioni

su Il Manifesto del 27/12/2008

La «nuova Alitalia» targata Cai partirà ufficialmente il 13 gennaio. Ma è sconsigliabile usare il verbo «decollare», perché quel poco che funzionerà sarà merito soltanto di quel che resta della gloriosa compagnia di bandiera. Roberto Colaninno e soci ci saranno arrivati forzando tutte le tappe. A cominciare dalla distruzione delle relazioni sindacali, che nel progetto dovranno essere limitate soltanto alle sigle «che ci stanno». I problemi nasceranno dal fatto che gli iscritti «convinti» a quei sindacati (Cisl, Uil, Ugl e Filt-Cgil) coprono a maggioranza solo il personale di terra mentre non rappresentano che poche unità tra piloti e assistenti di volo. E senza piloti non si vola. I testi degli «accordi» e dei «contratti», imposti senza alcuna discussione autentica, sono così pieni di incongruenze da assicurare l'esplosione di piccole e grandi vertenze. Oltre a una marea di ricorsi legali da parte dei «non assunti» (uno su due, tra i dipendenti Alitalia). Ma i problemi insormontabili sono soprattutto societari e di strategia industriale. Il capitale assicurato da una ventina di soci non supera il miliardo di euro. Ed è teoricamente già stato tutto speso tra acquisto della «polpa» di entrambe le compagnie, accollo di debiti operativi, ecc. Alcuni dei soci originari se ne sono già andati (Aponte, il fondo Clessidra), altri fanno fatica a restar dentro per estraneità assoluta a questo business (tutti, a partire gli immobiliaristi) e per il danno di immagine che il quasi certo patatrac potrebbe procurare (Marcegaglia). Esclusa, perciò, qualsiasi ipotesi di ricapitalizzazione a breve termine o l'ingresso di altri soci «pesanti». L'unica soluzione è tirar dentro un vettore straniero di prima grandezza e cedergli tutto. Il candidato è sempre lo stesso: Air France. Per la cessione formale Colaninno preferirebbe forse attendere qualche tempo, in modo da non far fare una pessima figura a Berlusconi, che ancora si vanta di aver impedito «la svendita» ad Air France quando questa - otto mesi fa - era disposta a versare 2,4 miliardi (ora ne bastano 0,25). Ma non potrà aspettare troppo. Ogni giorno che passa si dimostrerà suicida la scelta di «concentrarsi sul mercato interno», insidiato dalle low cost e dalla «freccia rossa» ferroviaria. Un incubo, mentre con gli stessi tempi rialzerà la testa il conflitto di lavoro. Auguri!

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