Via alla riforma dei contratti senza la Cgil

23.01.2009 20:42

 

di Roberto Petrini e Mario Reggio

su la Repubblica del 23/01/2009

Sacconi: "Accordo storico". Epifani: "Una forzatura". Tremonti frena sul piano anti-crisi

È «strappo» tra la Cgil di Guglielmo Epifani e le altre due maggiori sigle sindacali, la Cisl di Bonanni e la Uil di Angeletti. Con una accelerazione dell´ultimo momento, dopo una giornata di trattative e tentativi di accordo, ieri il vertice di Palazzo Chigi tra il governo e le parti sociali ha visto la firma «separata» dell´intesa sull´«Accordo quadro di riforma degli assetti contrattuali», in pratica la riforma degli accordi tenuti a battesimo da Ciampi nel luglio 1993. «Il governo ha forzato in direzione di un accordo che sapeva non avrebbe avuto il consenso della Cgil: è stato un prendere o lasciare», è stato il lapidario commento di Guglielmo Epifani ieri in tarda serata. Opposta la reazione del leader della Cisl Epifani che ha definito l´accordo «storico» e ha auspicato l´adesione della Cgil. Entusiastica la reazione di Angeletti, numero uno della Uil: «Questo accordo durerà 15 anni». Di accordo «storico» ha parlato il ministro del Welfare Maurizio Sacconi.
Sul fronte degli imprenditori soddisfazione da parte della presidente della Confindustria che in mattinata, ha avuto un lungo faccia faccia con Epifani nel tentativo di raggiungere un´intesa che lo portasse alla firma: «Spiace per la Cgil, ma al paese servono riforme», ha osservato al termine del vertice la Marcegaglia. Da segnalare invece che in calce ai 19 punti che compongono il documento mancano le firme dell´Ania e dell´Abi che per ora non hanno aderito all´intesa.
L´accordo modifica le attuali regole utilizzate per rinnovare i contratti di lavoro: invece del due più due, cioè contratti che vengono rinnovati per la parte economica ogni biennio, arriverà un unico contratto triennale. Scompare la prassi dell´inflazione programmata, inserita nel Dpef: i contratti si stipuleranno sulla base dell´inflazione europea (l´indice Ipca che calcola le spese effettivamente a carico del consumatore: non si considerano i ticket, i saldi e non c´è il lotto). Gli scostamenti, tra inflazione prevista e reale, saranno valutati da un soggetto terzo. Si apre un maggiore spazio per la contrattazione di secondo livello e le regole tra pubblico e privato vengono unificate.
Nel giorno dello strappo con la Cgil, Tremonti ha dato anche un colpo di freno sulla richiesta di più risorse per il pacchetto anti-crisi e ha espresso cautela: «La cura non è fare altro debito, non sfonderemo i parametri di deficit-Pil». Il presidente del Consiglio Berlusconi, invece, è tornato sul tasto dei consumi: «Non fasciamoci la testa, non mettiamo i soldi sotto il materasso. Se facessimo così si tornerebbe alla crisi del 1929». Quello che è certo, come ha ribadito il ministro dell´Economia dopo averlo vagamente ammesso a Bruxelles, è che il Pil quest´anno avrà una contrazione del 2 per cento.
La situazione tuttavia resta in grande movimento: dopo un duro braccio di ferro tra Via Venti Settembre e le Regioni alla fine il governo ha accettato la proposta dei governatori regionali per fronteggiare la crisi. Nell´incontro a Palazzo Chigi, ieri pomeriggio, il presidente della Conferenza dei governatori, Vasco Errani, ha ribadito il pensiero unanime dell´assemblea: una settimana di tempo, non di più, per concertare assieme al governo come e in che direzione investire i soldi a disposizione delle Regioni, ma anche l´Esecutivo deve mettere le carte in tavola ed impegnare nuovi fondi per la cassa integrazione ed i precari. L´incontro avverrà il prossimo 29 gennaio.

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