Veltroni supera la soglia, sì della camera al 4 per cento

04.02.2009 13:12

di Micaela Bongi

su Il Manifesto del 04/02/2009

«Con questa riforma si entra in Europa, in maniera limpida. Perché maggioranza e opposizione trovano una intesa sulle regole del gioco». E i partiti più piccoli, che in Europa non entreranno tout court? «Non si capisce perché protestano, visto che molti di loro erano per uno sbarramento al 5 per cento alle politiche». Il segretario del Pd Walter Veltroni gongola e mena fendenti.
Con la legge elettorale per le europee ha messo a segno un colpo: ha superato indenne l'assemblea del gruppo dei deputati democratici e l'aula della camera ha approvato, con 487 sì, 29 no e 6 astensioni, l'emendamento che introduce la soglia si sbarramento al 4 per cento. In serata l'intero provvedimento sarà approvato per poi passare al senato. E lui assapora la vittoria condivisa con Pdl, Lega, Idv e Udc, liquidando chi protesta.
I vendoliani lo accusano di voler estromettere anche dal parlamento di Strasburgo la sinistra messa alla porta di Montecitorio e palazzo Madama? E Veltroni attacca citando un vertice riservato del recente passato: l'ex segretario di Rifondazione Franco Giordano «mi chiese di introdurre la soglia del 4 per cento e ora, dopo la scissione interna, dice il contrario». Ribatte Giordano: «Quando si parla con Veltroni è sempre consigliabile avere testimoni, che fortunatamente, nel colloquio a cui allude oggi, c'erano», cioè Gennaro Migliore e Patrizia Sentinelli. E «nessuno si è espresso a favore dell'introduzione di una qualsiasi soglia di sbarramento». Perché di fronte alle insistenze del segretario democratico, che incoraggiava i vendoliani a uscire dal partito per costruire la lista con Sd accettando il 4, in modo da convincere anche Berlusconi a ridimensionare le sue pretese, i suoi interlocutori avrebbero risposto picche.
I piccoli partiti, non solo della sinistra, protestano fuori e dentro Montecitorio. E anche davanti al Quirinale: c'è Clemente Mastella, c'è Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione, c'è Bobo Craxi. Ma il capo dello stato Giorgio Napolitano agli appelli in difesa della democrazia risponde, con una lettera, che «una eccessiva frammentazione della rappresentanza politica può in linea generale costituire un disvalore al pari di una sua eccessiva compressione». E che la «delicata composizione tra esigenze diverse e variamente apprezzabili» è «affidata alla valutazione delle camere». Più che altro, Napolitano sembra apprezzare il fatto che si siano salvate le preferenze, cioè «un più diretto rapporto tra elettori ed eletti». Perché la soglia di sbarramento, ribatte, «è presente nelle legge elettorale nazionale fin dal 1993 e in leggi elettorali europee di molti paesi».
La protesta di tutti i partiti che la nuova legge vuol mettere alla porta prosegue davanti alla camera e anche nell'aula di Montecitorio. Dalle tribune riservate agli ex parlamentari sono tra gli altri i socialisti Bobo Craxi, Riccardo Nencini e Mauro Del Bue e i verdi Grazia Francescato, Paolo Cento e Loredana De Petris a gridare «democrazia, democrazia» lanciando nell'emiciclo volantini sulla «Legge truffa 09, regia di Veltrusconi». Ma il segretario del Pdci Oliviero Diliberto dice anche di voler accettare la sfida, costruendo una «unica lista comunista, dei Comunisti italiani e di Rifondazione».
Perché mentre Pd e Pdl cantano vittoria, celebrando, come dice il forzista Denis Verdini, il «funerale della democrazia dello zero virgola, e il battesimo della democrazia moderna», si delineano gli schieramenti per il voto di giugno. Ormai dato per impossibile un cartello di tutte le sinistre, si va verso una lista che metta insieme Verdi, Sinistra democratica e vendoliani usciti dal Prc mentre il Pdci insiste appunto per la lista comunista.
Tra la maggioranza e la ex minoranza del Prc è già partita la «competition» senza esclusione di colpi. Alla camera passa un ordine del giorno, subito battezzato salva-Vendola, firmato tra gli altri da D'Alema e accolto dal Pd, in cui si chiede al governo di «rendere più agevole la presentazione di nuove liste contraddistinte da nuovi simboli che rappresentino l'aggregazione di più liste o partiti già esistenti». E Paolo Ferrero va giù con l'accetta: «La scissione di Vendola si rivela per quello che è: un'operazione fatta su commissione del Pd per cercare di distruggere Rifondazione e creare una sinistra addomesticata che faccia da copertura al centrismo di Veltroni».

Cerca nel sito

Contatti

Paritito della Rifondazione Comunista - Circolo Karl Marx Jesi Via Giacomo Acqua 3 TEL-FAX 0731-56776
Crea un sito web gratis Webnode