Vallesina: In pericolo altri mille posti di lavoro

30.03.2009 14:05

Travolti indotto e terziario in Vallesina. L’Hydropro allunga di tre mesi la cassa integrazione

Jesi La crisi che avanza come un ciclone travolge anche l’indotto e il terziario. Una conseguenza inevitabile e scontata dopo che nello scorso anno in 1.400 avevano perso il posto in Vallesina per colpa del calo degli ordinativi. Ma ora a tremare sono i lavoratori delle aziende più piccole. Il sindacato e il Centro per l’impiego stimano che sono 1.000 i posti in bilico entro la fine dell’estate. Nella crisi che sembra estendersi a macchia di leopardi ci sono aziende che hanno rallentato il ricorso alla cassa integrazione, mentre altre lo hanno allungato.

E’ il caso della Hydropro, l’azienda produttrice di cilindri per escavatori che fa capo alla multinazionale Caterpillar, dove l’ammortizzatore sociale scandisce l’attività nei reparti: si lavora una settimana al mese fino a giugno. La cassa integrazione è strutturata con la formula della rotazione, ma riguarda quasi tutti i 180 dipendenti. “Tutto dipende - fa sapere Giuliano Saracini, delegato sindacale - dal calo degli ordinativi. In ogni caso ci è stata assicurata la maturazione dei ratei per ferie e tredicesima”. Sembra profilarsi una schiarita alla Case New Holland, dove in pochi mesi la produzione di trattori è scesa da 150 a 126 al giorno. Ad aprile è previsto solo un giorno di stop dopo le tre settimane di cassa integrazione tra febbraio e marzo. “Nei giorni scorsi - osserva Valentino Moretti, anch’egli delegato sindacale - ci siamo confrontati con l’azienda e dopo Pasqua è previsto un incontro per illustrare il programma”. Guai a parlare di ripresa, ma segnali in tal senso ci sono. Ma prima c’è stato il taglio di 110 interinali. Alla Caimi Export 2, che a Monsano produce accessori per mobili, la cassa integrazione è prevista fino alla metà di aprile; alla Ses di Monteroberto, che realizza stampi, in 20 sono stati iscritti nella mobilità.

Chiude Linea Quattro

Ma la crisi avanza e non risparmia nessuno. Alla Sic, azienda leader nella produzione di Monsano, si è fatto ricorso alla cassa integrazione, ma l’utilizzo è inferiore rispetto alla richiesta: solo 5-6 operai alla settimana. Linea Quattro, produttrice di cucine di alta qualità a Castelplanio, getta la spugna: ha cessato l’attività con la richiesta di concordato. In 50 hanno perso il posto e ora pare che gli operai siano intenzionati a costituirsi in cooperativa per proseguire l’attività. Cresce l’esercito dei cassintegrati.

“Dall’inizio dell’anno - incalza Domenico Sarti, segretario della Cgil jesina - in 100 hanno perso il posto e tremano altri 1.000 lavoratori. Stanno perdendo pezzi le aziende piccole e medie. Con le realtà più grandi sono previsti incontri di verifica entro aprile”. Quindi, l’appello alle banche: “Occorre rendere più agevole l’accesso al credito. La crisi ci impone di fare fronte compatto e l’aumento delle insolvenze ne costituisce la riprova”. Ormai la cassa integrazione, ne è convinto Paolo Pizzichini, segretario cittadino della Cisl, è ciclica: “Staremo a vedere - osserva - quando non sarà più possibile ricorrere all’ammortizzatore sociale. Siamo nella fase che punta a salvaguardare il potere di acquisto dei salari”. Poi, il monito: “Bisogna creare le condizioni per un nuovo modello di sviluppo, per questo occorre rimboccarsi le maniche”. Il leader della Cisl smorza le polemiche che da più parti vengono sollevate nei confronti delle banche: “La situazione non è facile, ma occorre dare atto agli istituti di credito di aver agito concretamente sui mutui e sulle anticipazioni dei soldi della cassa integrazione”.

 

Corriere Adriatico 30/03/09

LUCA ANIMOBONO,

Cerca nel sito

Contatti

Paritito della Rifondazione Comunista - Circolo Karl Marx Jesi Via Giacomo Acqua 3 TEL-FAX 0731-56776