Un paese intero in C.I.G.

06.03.2009 14:17

Un paese intero in C.I.G.

di Stefano Olivieri

su Aprile online del 06/03/2009

Altro che riforma pensioni (dopo il popò di miliardi scialacquati in Alitalia e rimborso ICI), il governo sappia che democrazia vuole, anzi pretende che in periodo di crisi e di rischio bancarotta per l'intero paese chi può paghi, in rapporto alle sue disponibilità, il soccorso e l'aiuto necessario alle classi più deboli

L'Inps ha fatto i conti e i dati del mese scorso ripropongono il trend di novembre e dicembre 2008. Tra gestione industria (ordinaria e straordinaria) ed edilizia nel febbraio 2009 le ore autorizzate sono state 42,5 milioni, cioè il 169,7% in più rispetto al febbraio 2008. Se si confronta il primo bimestre (gennaio più febbraio) 2009 con l'omologo periodo dello scorso anno l'incremento di ore autorizzate è stato del 131,7% (per un totale di 72 milioni di ore).

Scomponendo il dato emerge l'aumento eccezionale del ricorso alla cassa integrazione ordinaria (gestione industria): nel mese di febbraio appena passato sono state autorizzate 25,9 milioni di ore, contro le 3,9 milioni di ore dello stesso mese dello scorso anno, con un incremento del 553,17%. Se si fa il confronto sul primo bimestre dell'anno l'incremento sullo stesso periodo del 2008 è del 443,26%.

La COVIP ( commissione vigilanza pensioni) informa che i cassintegrati da più di un anno sono per legge autorizzati a riscattare fino al 50 % della propria posizione accumulata nella previdenza complementare e per questo adesso la neonata terza gamba della previdenza italiana è già a rischio estinzione. Vale in particolare per i cassintegrati - e sono tantissimi - già avanti con l'età, che non faranno in tempo a rimettere i soldi nel fondo integrativo prima di andare in pensione.
Ma anche il fondo pensioni lavoro dipendente è a rischio, per il rimaneggiamento della legge 88 / 89 fatto da Tremonti & c. con cui il governo si è disinvoltamente autorizzato a pescare denaro anche lì.

Mala tempora currunt ! Per gli italiani a reddito fisso che tirano la cinghia non esiste più rifugio, e la stessa classe media è sempre più schiacciata fra la povertà che dilaga e i ricchi sempre più ricchi: la classe economica dei fornitori e produttori di beni e servizi, infatti, ha dimostrato, con un p.i.l. ai minimi storici e una inflazione che continua a crescere, di saper essere solidale sempre e soltanto con se stessa. Di più, nella crisi che sta distruggendo le famiglie italiane ha adottato comportamenti sempre più aggressivi e profittatori, dai cartelli di banche e assicurazioni alle speculazioni selvagge di immobiliaristi d'assalto che aspettano al varco chi è indebitato fino all'osso e ha come unico bene la casa di abitazione.

L'ho già scritto, molto prima del sindacato e della politica d'opposizione, e lo ripeto oggi: altro che riforma pensioni (dopo il popò di miliardi scialacquati in Alitalia e rimborso ICI), il governo sappia che democrazia vuole, anzi pretende che in periodo di crisi e di rischio bancarotta per l'intero paese chi può paghi, in rapporto alle sue disponibilità, il soccorso e l'aiuto necessario alle classi più deboli. Ci si dovrà arrivare in un modo o nell'altro, ci dovrà arrivare ob torto collo perfino Berlusconi perché se non lo farà ci sarà davvero il rischio di un incendio sociale senza precedenti.

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