Tregua violata, colpi contro Onu, La Cri a Gaza: "Fatti scioccanti"

09.01.2009 13:41

 

Durante le tre ore di pausa centrato un camion internazionale: un morto.

L'Onu sospende gli aiuti

La Cri raggiunge la Striscia e denunicia: Israele non rispetta il diritto umanitario internazionale

 

Francesca Marretta

Gerusalemme

Li hanno trovati privi di forza, accanto al corpo della madre, morta da giorni. Così deboli da rimanere a stento in piedi. Quattro bambini di Gaza sono stati trovati così dagli operatori della Croce Rossa internazionale in una casa colpita dal fuoco dei combattimenti tra esercito israeliano e milizie palestinesi nel quartiere Zaitun di Gaza City. Il personale della Croce Rosa ha avuto ieri a disposizione tre ore di tregua umanitaria, dall'una alle quattro del pomeriggio, per prestare soccorso ai palestinesi di Gaza. Il tempo necessario a svelare le dimensioni della tragedia che si consuma dove ci sono combattimenti, che continuano in diverse zone della Striscia. Una tregua umanitaria ieri violata sia da Israele, che da Hamas. Dopo la strage di civili colpiti dal fuoco d'artiglieria israeliano nella scuola dell'Unrwa (agenzia Onu per i rifugiati palestinesi) a Jabalya, due giorni fa, ieri, presso il valico di Eretz, è stato colpito un veicolo della stessa agenzia Onu. Ucciso il conducente, dipendente dell'Unrwa e ferito il collega che gli sedeva accanto. L'esercito israeliano ha reso noto che è in corso un'indagine sull'accaduto. Il convoglio Onu era chiaramente riconoscibile, esponeva la bandiera e i dipendenti avevano indosso i giubbotti con la scritta "Unrwa".
Inoltre, ha dichiarato da Gaza Adnan Abu Hasna, portavoce dell'Agenzia Onu, il passaggio del convoglio era stato coordinato con i militari israeliani. In conseguenza di questo ultimo attacco, le Nazioni Unite hanno sospeso le attività a Gaza. Durante la tregua umanitaria di ieri sono entrati a Gaza circa cento camion di aiuti umanitari e cinquemila litri di benzina. Hamas ha violato a sua volta la tregua concordata lanciando almeno quattro razzi dopo l'una ad Ashkelon e Sderot. Durante le tre ore di corridoio umanitario il personale della Croce Rossa ha raccolto in vari punti della Striscia almeno trentacinque cadaveri, che mancavano all'appello della conta giornaliera dei morti. Ieri sera il bollettino aggiornato era di settecentosessantatre morti e tremilacentoventuno feriti. Pierre Wettach, responsabile del Comitato Internazionale dell Croce Rossa nei Territori Palestinesi e Israele, ha definito quanto sta accadendo a Gaza «scioccante». Feriti palestinesi sono rimasti agonizzanti senza possibilità di ricevere soccorso. Molti avrebbero potuto salvarsi portati all'ospedale. Wettach ha denunciato il mancato intervento dell'esercito israeliano per evacuare i feriti. Di cui i militari israeliani non potevano non sapere.
Dunque «non hanno assolto ai loro obblighi in materia di diritto umanitario internazionale». E' questa la guerra che Israele combatte contro Hamas a Gaza. Il movimento islamico, sprezzante della vita della propria gente, continua a lanciare razzi contro Israele. Ma Israele non può continuare a dire di fare una guerra contro Hamas e non contro il popolo di Gaza. Perché quello che riempie obitori e ospedali, arrivati al collasso è il popolo di Gaza. Non solo i miliziani di Hamas. Amnesty International ha chiesto un intervento maggiormente incisivo da parte dell'Unione Europea e ribadito che «l'uso sproporzionato della forza da parte di Israele è illegale e rischia di provocare ulteriore violenza in tutta la regione». Come "illegali sono i continui lanci di razzi sulle città e i villaggi israeliani da parte di Hamas".
L'operazione Piombo fuso va avanti. Dopo una nottata di bombardamenti cominciata mercoledí sera con raid aerei a sud di Gaza, dove la popolazione è fuggita in preda al panico dopo essere stata investita da una pioggia di volantini in arabo che annunciavano i bombardamenti, altri attacchi aerei hanno investito ieri la Striscia.
Un ufficiale israeliano è stato ucciso e un soldato è stato ferito nello scoppio di un razzo anticarro durante gli scontri di ieri. Sono decine i soldati feriti nell'ospedale di Beersheva. Otto i soldati israeliani morti dall'inizio dell'operazione Piombo Fuso, di cui quattro uccisi da "fuoco amico". Tre i civili israeliani uccisi dall'inizio dell'operazione.
Non di numeri, ma delle conseguenze di questa guerra ha parlato ieri da Gaza il Dr. Iyad Siraj, Direttore del più importante centro psichiatrico della Striscia. Siraj ha lanciato l'allarme sugli effetti devastanti che avrà per le nuove generazioni palestinesi. E per Israele. «La nuova generazione di palestinesi a Gaza sarà composta da una maggioranza di estremisti fanatici che odieranno Israele considerandolo il male più grande», ha dichiarato lo psichiatra. Secondo il centro che dirige, i bambini palestinesi che in questi giorni stanno vivendo sotto i bombardamenti saranno in futuro probabili attentatori suicidi e sceglieranno molto facilmente di eseguire attentati terroristici.
Mentre a Gaza la guerra continua, in attesa che la diplomazia partorisca qualche risultato che vada oltre le tre ore di tregua umanitaria, in Cisgiordania l'Autorità nazionale palestinese entra da oggi in una fase acuta di incertezza istituzionale. Si è concluso infatti il quarto anno della presidenza di Mahmoud Abbas. Ieri il premier palestinese Salam Fayad, ha detto che «non ci sono le condizioni per affermare nelle attuali circostanze il seggio presidenziale resti vacante». Inoltre, ha aggiunto, la legge elettorale «stabilisce chiaramente che le elezioni presidenziali e legislative devono essere simultanee», cioè svolgersi nel gennaio 2010. Questa soluzione è stata respinta per mesi con Hamas che insisteva sull'illegittimità della permanenza di Abu Mazen alla presidenza per un quinto anno.
La costituzione palestinese prevede che se la presidenza è vacante sia coperta dal presidente del Consiglio legislativo palestinese. Che è Abdel Aziz di Hamas, detenuto in Israele da due anni. Fino a prima della guerra a Gaza Hamas spingeva per tale soluzione, intendendo nominare il vice di Dweik, essendo il Presidente del Parlamento palestinese in galera. Ma ieri un portavoce del premier del governo di Hamas Ismail Haniyeh, Taher a-Nunu, ha dichiarato da Gaza che «per il momento la massima priorità resta far fronte agli assalti israeliani e ricercare l'unità nazionale dei palestinesi» e che «non è questo il momento adatto per aprire la questione della legittimità di Abu Mazen».

Liberazione 09/01/2009

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