Terremoto, chi tace acconsente

13.04.2009 13:46

di Giovanni Cesareo

su Liberazione del 12/04/2009

Il violentissimo terremoto dell'Aquila ha gettato migliaia e migliaia di abitanti di quel territorio in una condizione che purtroppo, comunque funzionino gli aiuti in queste settimane e si realizzino in seguito gli interventi istituzionali e privati, ipotecherà il loro futuro per anni. Si capisce che la rabbia di quelle donne e di quegli uomini, di quei giovani e di quegli anziani sia esplosa a tutto raggio e continui ad alimentare l'indignazione per le gravi responsabilità che attengono a chi ha costruito, soprattutto negli ultimi anni, le case che si sono sbriciolate nel capoluogo e nei paesi attorno.
Sì, questo è stato uno dei tratti caratteristici di questa tragica situazione: il desiderio dei terremotati che si riconosca almeno quanto e come le dimensioni del disastro avrebbero potuto essere assai meno gravi se le norme antisismiche fossero state rispettate, se le case - per non parlare addirittura dell'ospedale e della casa delle studente - fossero state costruite secondo criteri di sicurezza da non poco tempo ormai conosciuti. Insomma, se il profitto e la speculazione non avessero ancora una volta "regolato" il mercato e la costruzione degli edifici.
Non per caso il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha nettamente affermato che «nessuno è senza colpa» e molti altri rappresentanti delle istituzioni, tra i quali ad esempio il ministro Matteoli, hanno ritenuto che non fosse possibile tacere su quanto avvenuto anche nel recente passato: le norme violate, le leggi rinviate, e via e via.
C'è, però, un'eccezione. C'è un rappresentate delle istituzioni, uno dei più importanti e anche uno dei più popolari, che si è precipitato all'Aquila, è andato e tornato più volte, ha stretto mani, baciato guance, fatto promesse in conferenze stampa, elargito dichiarazioni attraverso tutti i possibili media, ma sull'argomento ha sorvolato, accennando semmai al proprio scetticismo sull'esistenza di responsabilità concrete per le dimensioni e le conseguenze immediate e future del terremoto e anzi suggerendo che in passato le norme di costruzione erano diverse. L'eccezione - lo avrete già capito e forse lo avevate già notato per vostro conto - è il presidente del consiglio, cav. Silvio Berlusconi.
E perché mai egli ha mantenuto questo atteggiamento che possiamo definire eccezionale visto quello che tutti gli altri rappresentanti delle istituzioni hanno dichiarato?
Lasciamo la risposta ai lettori.

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