Sciopero generale e manifestazione contro la crisi

20.02.2009 13:02

di S. F.

su Il Manifesto del 20/02/2009

 

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Una manifestazione nazionale (il 28 marzo a Roma) e uno sciopero generale (il 23 aprile) contro la crisi. Due date, e una piattaforma lunga, 'bella e impossibile'. E' la mobilitazione dei sindacati di base, le tre sigle Cub, Cobas e Sdl, che ormai da mesi hanno intrapreso la sfida dell'unità e che nell'assemblea nazionale del 7 febbraio scorso hanno trasformato il loro «patto di consultazione» in un «patto di base».
Due date (il 28 marzo la manifestazione e il 23 aprile lo sciopero) perchè l'idea è quella di una manifestazione «di opposizione sociale, di carattere più complessivo, in cui tirare dentro tutte le realtà sociali e di movimento» - in coincidenza tra l'altro con il vertice dei ministri del lavoro e del welfare del G14 che si terrà sempre il 28 marzo a Roma - e poi, il 23 aprile, lo sciopero generale. Sulla base della «piattaforma contro la crisi» approvata dall'assemblea del 7 febbraio, «per approfondire e estendere la battaglia contro contro i poteri economici e politici che vogliono far pagare la crisi a salariati, giovani e ai settori popolari», scrivono i tre sindacati sul volantino. Dieci punti, in cui si chiede il blocco dei licenziamenti nei luoghi di lavoro; la riduzione dell'orario a parità di salario; aumenti di salario e pensioni e introduzione di un reddito minimo garantito per chi non ha un lavoro; scala mobile per salari e pensioni; cassa integrazione all'80% del salario anche per i precari, continuità di reddito per gli «atipici» e mantenimento del permesso di soggiorno per gli immigrati; l'assunzione a tempo indeterminato di tutti i precari; tre piani straordinari di investimento per creare nuova occupazione, infine, attraverso lo sviluppo di energie rinnovabili, la messa in sicurezza di scuole e luoghi di lavoro, e il recupero di case sfitte da destinare all'emergenza abitativa.
Il consueto elenco della 'vogliamo tutto' (senza però ottenere nulla)? «Domanda giusta», risponde Piero Bernocchi, storico leader dei Cobas, «e in altri tempi anche io avrei pensato ad una sorta di utopia, ma oggi vogliamo essere realisticamente utopici». E invece? «Invece oggi succede di tutto e siccome la crisi è globale abbiamo voluto impostare una piattaforma globale, per indicare una via d'uscita complessiva e a tutto campo dalla crisi». La piattaforma sindacale è grossomodo quella di sempre, spiega Bernocchi, con qualche novità interessante, come il superamento della storica contrapposizione tra «lavoristi» e «redditisti» (superamento per sommatoria, va detto), con un piano che presuppone investimenti per l'occupazione.
Poi, certo, ci sono i rapporti di forza. «Se la domanda è se gli attuali rapporti di forza permetteranno di vincere la battaglia, la risposta è 'no', ma è bene ricordare che ciò che sei anni fa sembrava impensabile, oggi è all'ordine del giorno», dice Bernocchi. Che conclude: «La situazione è inesplorata, i rapporti di forza chissà, quel che è certo è che vale la pena osare».

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