
Sciacalaggi nazifascisti sul dramma palestinese
di Yeratel
su redazione esserecomunisti.it del 26/01/2009
...che si accompagnano alla campagna di oblio della memoria antifascista
In questa ultima settimana abbiamo assistito a una nutrita seria di eventi, più o meno gravi, di provocazione e di infiltrazione nazifascista sulla base della strumentalizzazione del dramma di Gaza. Le prime provocazioni sono consistite nel tentativo di infiltrazioni alla grande manifestazione nazionale per Gaza a Roma sulla base di parole d’ordine antisemite fino a poche ore prima della manifestazione stessa, cosa che è stata stroncata sul nascere e non ha potuto in alcun modo avere luogo. Certo è che la vigilanza va comunque mantenuta elevatissima sui gruppuscoli esistenti di nazimaoisti e di sinistra nazionalpopolare europea, che in fase di crisi economica e di xenofobia possono improvvisamente aumentare di consensi e di popolarità. Anzi, è il caso di aumentare l’attenzione dei comunisti sulla galassia dai nomi più strani che si finge di sinistra e che cela soltanto la maschera del nazismo: questa galassia italiana ha suoi propri organi di stampa, rilascia comunicati, ha contatti in Europa, America latina e Medio Oriente coi propri simili. Essa va studiata con maggiore attenzione rispetto a quanto fino a oggi non si è fatto.
Ai tentativi di infiltrazione hanno fatto seguito in pochi giorni due eventi. Il primo a Roma, dove una ventina di negozi israeliti di Viale Libia sono stati coperti di scritte antisemite e filo Hamas, inneggianti al boicottaggio contro Israele. Non solo: le serrature dei negozi sono state danneggiate e siliconate. Nei pressi dei negozi campeggiava la lugubre scritta “Militia”. Il secondo a Napoli dove con la consueta bravata farsesca e “futurista” (a proposito, in Italia non si sente più parlare della coeva arte“degenerata” surrealista o di quella espressionista, ma ci sono tante tante mostre e conferenze sul futurismo, sarà…) è stata colorata di rosso una fontana in una Piazza centrale lasciando volantini antisemiti e filo Hamas.
D’altronde sono ormai molte settimane che appaiono con cadenza almeno mensile a Roma scritte di dimensioni enormi della sigla Militia a carattere antisemita e nazifascista; fino ad ora è stato identificato dalla Polizia un solo responsabile. Di tanto in tanto a Roma sono apparsi lugubri manifesti sui miti della guerra e del sangue con la sigla Militia, senza nessuna indicazione dell’indirizzo dell’organizzazione e della tipografia. Per collocare gli striscioni enormi o per sigillare le serrature serve un nucleo logistico di almeno 10 persone, ma nonostante la presenza di decine di telecamere nelle zone delle bravate e dei danneggiamenti ad oggi sembra che la polizia non riesce ad identificare i responsabili. Eppure i capi di imputazione a carico di ignoti dovrebbero essere molto pesanti: per esempio, apologia di fascismo e xenofobia. Abbiamo visto recentemente alla manifestazione a Roma presso il Teatro Adriano sull’unificazione del Popolo della Libertà una ventina di persone in piazza a volto scoperto che protestavano ”da destra”, avendo dei cartelloni con la sigla e il logo di Militia: siamo sicuri che si tratta di una curiosa coincidenza che avrà senz’altro suscitato l’attenzione della Polizia.
Non possiamo comunque non notare che nella destra sull’antisemitismo si trovano tre diverse posizioni, che coesistono trasversalmente talvolta nello stesso partito. A) C’è una destra che rifiuta le categorie dell’antisemitismo; anzi, in questo rifiuto si è assunto il sostegno netto dello Stato e di qualunque atteggiamento militare di Israele; B) c’è una destra che non affronta il nodo dell’antisemitismo, che vive la situazione in una sorta di armistizio tacito, ma comunque garantisce sostegno istituzionale ai gruppetti nazifascisti quando esistono degli attacchi politici o giudiziari, veramente rari, nei loro confronti; C) c’è una destra palesemente antisemita e nazista che ha i suoi organi di propaganda e di mobilitazione e che si caratterizza per due grossi filoni, uno, cristiano tradizionalista, l’altro, più risolutamente nazionalsocialista. Questo filone di destra da una parte organizza anche i gruppuscoli nazimaoisti, dall’altra è profondamente intrecciata con la tifoseria calcistica ultrà di alcune città come Roma.
Ciò detto e presso atto delle differenze che nell’attuale fase storica esistono a destra nell’atteggiamento verso il nazifascismo e l’antisemitismo, non si possono non rilevare oggi delle tendenze reazionarie, per non dire fascistoidi, comuni a tutte le destre italiane.
In primo luogo, emerge il fatto gravissimo di proporre l’equiparazione tra i combattenti della Resistenza e i repubblichini di salò. Da ultimo viene pompata a destra la proposta di legge per l’equiparazione previdenziale e pensionistica tra chi ha fatto la Resistenza e i repubblichini. La gravità di questa proposta è enorme e devastante; c’è da osservare però che se ai tempi del PDS esponenti di rilievo come Violante avessero evitato di sostenere l’ideologica tendenza buonista alla riabilitazione morale delle cosiddette buone intenzioni del più dei repubblichini oggi non saremmo probabilmente davanti a questa rivoltante proposta di legge. Questa equiparazione tra combattenti fascisti ed antifascisti va in completa controtendenza europea: basti citare per esempio l’impostazione spagnola di Zapatero. Inoltre, come può spiegare razionalmente la destra che sono equiparabili come servitori o lavoratori dello Stato i Partigiani che tra l’altro sottraevano ai nazifascisti gli ebrei da portare ai campi di concentramento e coloro i quali torturavano, sparavano e comunque conducevano gli ebrei e gli antifascisti alla gasificazione nei lager? Come spiegare a inglesi, francesi, americani, polacchi e brasiliani che combatterono a Cassino e ad Anzio contro tedeschi, traditori italiani inquadrati nelle SS e truppe repubblichine dello stato fantoccio di Salò che a questi ultimi verrà riconosciuto lo status di combattenti di uno Stato che è l’Italia, proprio quell’Italia per la quale essi si immolarono a migliaia? Come spiegare ai Carabinieri che i collaboratori dei fucilatori del brigadiere Salvo d’Acquisto potranno godere della pensione della Repubblica Italiana? Come spiegare ai figli e ai nipoti degli antifascisti massacrati dai maiali della banda Kock che se esiste ancora un reduce ancora vivo della banda e non condannato a morte costui può avere la pensione di Stato?
In secondo luogo, è sempre più evidente la voglia di risolvere e strumentalizzare qualche problema di ordine pubblico, soprattutto i fatti di cronaca nera, disattendendo ulteriori attenzioni verso il crimine organizzato, con orrendi strumenti populistici quali l’impiego dell’esercito nelle strade delle città italiane. Addirittura Berlusconi sta proponendo di decuplicare la presenza dei militari nelle città italiane, nella gioia di qualche ministro che può così rievocare i propri ricordi giovanili di anonimo ufficiale di complemento! Tutto ciò avviene nel mentre che i sindacati di polizia, di tutte le tendenze politiche, denunciano l’avventatezza estrema della misura che avviene proprio quando sono sottratte risorse economiche primarie a Carabinieri e Polizia, gli unici corpi costituzionalmente deputati al contrasto della criminalità sulla base della propria capacità ed esperienza di investigazione, di intelligence, di conoscenza del territorio, anche sotto forma di Polizia Giudiziaria. A cosa serve una presenza così massiccia dell’Esercito nessuno riesce con la ragione a comprendere: basti pensare che negli Stati Uniti, al pari di altri paesi occidentali, è letteralmente in tempo di pace proibito impiegare l’esercito nel territorio nazionale…ma negli USA, nelle sue pur grosse contraddizioni, il fascismo non ha mai allignato. Comunque il sonno della ragione ha troppe volte generato i mostri.
Pensiamo che sia ormai arrivato il tempo di avvertire la stampa di importanti paesi democratici proprio dei gravi problemi di democrazia esistenti in Italia. In effetti, all’estero qualche preoccupazione sullo stato democratico dell’Italia in ambienti illuminati e/o di sinistra (ridicolizzati spesso da una stampa nazionale troppo accondiscendente al Palazzo) comincia a farsi spazio. E’ invece ora di farla finita con l’immagine ridente dell’Italia con il Berlusconi uomo da pessimo cabaret che sorride a 64 denti con le sue battute di orrendo gusto.
E’ ora di dire che l’Italia è un paese massacrato nei diritti sociali, notoriamente caratterizzato da una parte importante del PIL in mano al crimine organizzato. E’ ora di dire che questo è un paese massacrato nei diritti democratici, dove il Governo vuole equiparare i combattenti fascisti agli eroi della Resistenza e vuole schierare l’Esercito nelle strade per un controllo da Grande Fratello, mentre non esiste un’opposizione parlamentare degna di questo nome. Questo è l’incubo dell’Italia, questa è l’Italia da incubo dell’inizio 2009.
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Gaza - Fermiamo il massacro
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