Rifondazione manifesta contro "l'europorcellum"

29.01.2009 13:17

di Angela Mauro

su Liberazione del 29/01/2009

No all'europorcellum. In piazza Colonna, davanti a Palazzo Chigi, un maialino di peluche è il simbolo della protesta contro la ritrovata intesa tra Pd e Pdl sulla riforma della legge elettorale per le europee. Introduzione di una soglia di sbarramento al 4 per cento: è il succo dell'accordo che spinge in piazza i piccoli della sinistra. Solo a Roma sono due i sit in che vanno in scena. Con il maialino, i manifestanti di Sd, Verdi e i vendoliani ormai ex di Rifondazione, dopo la scissione di Chianciano domenica scorsa. Il segretario del Prc Paolo Ferrero sceglie di manifestare con il partito in via del Nazareno, proprio davanti alla sede del Pd. «Perchè - spiega ai giornalisti - tutto questo succede perchè il Pd ci sta, altrimenti Berlusconi non la potrebbe fare la riforma della legge». Sit in di Rifondazione anche in altre città d'Italia: Milano, Catania, Palermo, Bologna, solo per citarne alcune.
Sarà battaglia, promettono tutti, fino a martedì, quando il nuovo testo di legge inizierà il suo esame alla Camera, mercoledì il voto. Prima domanda: perchè il Pd ci sta? La riforma della legge elettorale non era stata accantonata prima di Natale?
«Il Pd è un partito in crisi - è la spiegazione di Ferrero - e Berlusconi ha deciso di aiutare un Veltroni in cerca di voti. Siamo di fronte a un colpo di stato Berlusconi-Veltroni il cui unico obiettivo è ammazzare la sinistra. E' anche questa, a suo modo, una legge ad personam». Dall'altro sit-in, urla a quello che definisce «atto di immoralità politica» Gloria Buffo, ex parlamentare di Sd. «Vogliono tenere la sinistra fuori dal Parlamento europeo e non c'entrano i propositi anti-frammentazione politica, visto che a Strasburgo i gruppi parlamentari sono già definiti». E' maliziosa Elettra Deiana, ex del Prc: «Non appena è iniziato il dialogo tra i poli su questioni come il federalismo, la giustizia, il rinnovo del cda Rai, ecco che compare l'intesa sulla legge elettorale. E' merce di scambio, mi sembra ovvio».
E ora? Il perchè il Pd avalli la riforma non è l'unico interrogativo che possa venire in mente. Ce ne sono altri, di ordine ancor più pratico. Per esempio: che succederà se davvero - come sembra - dovesse cambiare la legge elettorale? I piccoli partiti della sinistra, divisi tra - si potrebbe dire per semplificare - Rifondazione e Comunisti Italiani, da una parte, e il resto della "sinistra no falce martello", dall'altra, sarebbero costretti a mettersi insieme in un'unica lista per superare lo sbarramento? Presto per dirlo, nessuno sa rispondere. Ferrero intanto annuncia di aver chiesto l'intervento di Napolitano, con una lettera già inviata al Quirinale. C'è chi come Franco Russo o Giovanni Russo Spena punta sul tavolo di tutti i piccoli partiti, della sinistra e non solo, già riunitosi varie volte. Ieri però ha prodotto sit in separati, nei prossimi giorni, si augura Russo e gli altri del Prc, «potrebbe essere strumento di pressione sui lavori parlamentari...». Prevista per oggi una nuova riunione.
Nel bailamme scatenato a sinistra, gli interrogativi spuntano uno dietro l'altro. Ennesimo: la nuova legge per le europee pregiudica i rapporti con il Pd tanto da mettere a repentaglio le alleanze per le amministrative? Ferrero tiene separate le due questioni. «Una cosa è la gestione del territorio, un'altra le europee. Non c'è alcuna connessione». Dall'altra parte, nella "sinistra oltre Rifondazione" c'è chi spera in un intervento dei dalemiani del Pd contrari alle tendenze isolazioniste di Veltroni. Ma pure un Nicola Latorre considera l'attuale compromesso «accettabile perchè non tocca le preferenze». Anche l'Udc non promette battaglia e l'Idv, forte nei sondaggi, se ne frega e si concentra sulla giustizia, attaccando Napolitano. Quali altre sponde ha la sinistra extraparlamentare?

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