
Raid anti stranieri a Guidonia: "Ora è guerra, li ammazziamo"
di Federica Angeli
su la Repubblica del 26/01/2009
Assedio a un bar frequentato da immigrati, che si barricano dentro. La spedizione guidata dagli amici della ragazza stuprata giovedì scorso. Arrestati due italiani. Altre aggressioni nei centri vicini, nove feriti: "Quei bastardi tornino a casa"
«Dovete morire tutti, tornatevene al vostro paese, stranieri di m...., qui non ci potete più stare». E subito dopo hanno picchiato un albanese che era andato a prendere un caffè nel bar "Centrale" di piazza Alberto dalla Chiesa a Collefiorito (Guidonia), piccolo paesino alle porte di Roma. Lo stesso paese dove la notte tra giovedì e venerdì è stata stuprata a turno, da cinque romeni, una ragazza di 21 anni che si era appartata col fidanzato di 24, chiuso dal branco nel bagagliaio dell´auto.
La "spedizione" punitiva contro gli stranieri è stata organizzata proprio dagli amici intimi della coppia ed è stata l´ultima di una serie di aggressioni avvenute, dal primo pomeriggio nei dintorni, due a Villalba di Guidonia e una a Guidonia. Bilancio finale: 5 albanesi e 4 romeni feriti.
Giustizia fai da te e tolleranza zero nei confronti di albanesi e romeni. Questo ha spinto, attorno alle 21 di sabato notte, Vincenzo P., 24 anni, Fabio P. di 21, insieme ad altri tre giovani non ancora fermati, ad entrare nel bar "Centrale", punto di ritrovo per i giovani del piccolo paese. I cinque avevano visto entrare l´albanese al "Centrale" e dal bar accanto, il "Jolly bar" si sono precipitati. Di fronte allo straniero la loro rabbia è montata: prima insulti razzisti, poi le minacce («dacci il tuo telefonino e sparisci dalla circolazione»), infine le botte. Artan Ndoi, 32 anni, ha chiamato tre suoi cugini che lo aspettavano in macchina nella piazza, i cinque ragazzi italiani hanno telefonato ai loro amici. Quel che ne è seguito è stata una rissa all´ultimo sangue: tavoli lanciati contro il gruppo rivale, bottiglie spaccate in faccia all´avversario, schiaffi, pugni, calci. La proprietaria del bar, con l´aiuto di alcuni clienti scesi a comprare il latte, è riuscita a far entrare gli stranieri nel bagno, a buttare fuori dal locale i giovani italiani e a tirare giù la saracinesca fino all´arrivo della polizia. Fuori dal bar una trentina di ragazzi del posto, arrivati di corsa dalla fiaccolata indetta da Forza Nuova per protestare contro i recenti episodi di violenza avvenuti proprio a Guidonia. «Gridavamo alla signora del bar di farli uscire che li volevamo vedere morti quei bastardi - ha raccontato Sandro, 23 anni, uno dei 18 ragazzi fermati dagli agenti del commissariato di Tivoli e della Digos portati in commissariato, identificati e schedati - ma lei niente, li proteggeva. Non so se è chiaro: qui a Guidonia ormai è guerra contro gli stranieri, si devono rinchiudere in casa e stare attenti a farsi vedere in giro».
Quando sono arrivati gli investigatori del commissariato di Tivoli i quattro albanesi sono stati portati in ospedale e lì, al pronto soccorso, hanno trovato due dei cinque aggressori. «Eccoli lì, sono quelli, sono stati loro a picchiarci». Dopo le medicazioni per Vincenzo P. e Fabio P. (ritenuto responsabile anche di un´aggressione ieri a un romeno) sono scattate le manette per tentata rapina, lesioni personali, minacce e danneggiamento, con l´aggravante di aver agito per motivi di discriminazione razziale. Il sostituto procuratore di Tivoli, Marco Mansi, ha disposto che gli arrestati venissero condotti subito nel carcere di Regina Coeli.
«Ma vi rendete conto? - esplode Angelino, il papà di Fabio P. - gli stranieri possono fare quello che vogliono e a noi italiani ci mettono subito in galera. Il mondo si sta ribaltando». Intolleranza verso lo straniero e solidarietà per i raid dei giovani del posto arriva dagli abitanti di Collefiorito e Guidonia. «Hanno fatto bene - ha dichiarato Rita Manari - qui dieci anni fa giravamo con le mazze e facevamo le ronde per rimettere a posto questi stranieri che volevano prendere il sopravvento. Per dieci anni sono stati buoni, ora si vede che hanno bisogno di una nuova lezione».
Artan Ndoi, che ha riportato lesioni guaribili in 10 giorni per una ferita alla testa procurata da una bottigliata, reagisce così all´episodio: «Da una parte li capisco, capisco la loro rabbia. Se loro fossero stati nel mio paese, io avrei fatto la stessa cosa, con tutto quello che si sente. Però hanno sbagliato perché sono i romeni quelli da picchiare».
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