
Quanta demagogia sulla pelle dei palestinesi
di Youssef Bazzi *
su Liberazione del 22/01/2009
La notizia: un drappello di feriti viene trasportato fuori dalla Stricia di Gaza per ricevere delle cure in Siria. Io invece mi ricordo di migliaia di palestinesi che marciscono nel Sahara alla frontiera egiziana dal 1995, quando vennero espulsi dal colonnello Gheddafi.
La scena: il presidente del Sudan parla in uniforme ai suoi generali per dire che la morte di centiniaia di palestinesi costituisce «un genocidio». io invece mi ricordo di un genocidio che avviene in Darfur.
La novità: in Iraq il movimento radicale sciita guidato da Moqtada al Sadr organizza manifestazioni in sostegno di Gaza. Io invece mi ricordo del sangue che i miliziani sadristi hanno fatto scorrere quando migliaia di palestinesi hanno dovuto scappare da Baghdad. Oggi sono accampati nel deserto al confine con la Siria e la Giordania aspettando qualcuno che li aiuti.
La sorpresa: Ayman al Zawahiri (il numero due di al Qaeda) denuncia i bombardamenti di civili. Io invece mi ricordo che la "resistenza irachena", lo stesso giorno, ha spedito un kamikaze in una manifestazione pro Palestina a Mosul uccidendo decine di persone.
L'annuncio: dei gruppi islamisti dell'opposizione egiziana manifestano contro l'offensiva di Tel Aviv a Gaza. Io invece mi ricordo del loro silenzio di fronte ai crimini commessi in sudan e le loro grida di sostegno a Saddam Hussein per il quale il cammino verso Gerusalemme doveva passare per il massacro di centiniaia di migliaia di suoi concittadini.
La pubblicità: la rete satellitare del Qatar al Jazira lancia una campagna contro l'impotenza dei regimi arabi di fronte alla tragedia palestinese. Io invece mi ricordo delle bombe che transitavano per il Qatar prima di giungere in Israele ai tempi della guerra in Libano nel 2006. E mi ricordo anche che il Qatar ospita la principale base militare americana del Golfo nonché un rappresentante diplomatico ufficiale degli interessi economici israeliani.
La sopresa: il regime siriano autorizza delle manifestazioni contro «la passività» degli altri regimi arabi nei confronti delle stragi di Gaza. Io invece mi ricordo della caccia furiosa che negli anni 70 e 80 Damasco intrarese per combattere l'Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp).
L'immagine: il capo politico di Hamas in esilio, Khaled Meshal, che dalla sua dimora siriana dichiara: «Abbiamo limitato le nostre perdite». Naturalmente sta parlando di perdite tra le fila dei miliziani islamisti, riducedno i più di mille morti e le migliaia di feriti tra la popolazione civile palestinese a una semplice variabile d'aggiustamento.
Israele promette tranquillità e sicurezza ai propri cittadini, anche a prezzo di radere al suolo la Stricia di Gaza, di eliminarla dalla cartina geografica. Dal canto suo Hamas promette ai suoi cittadini una morte sicura, anche al prezzo di lanciare qualche miserabile razzo qassam in territorio israeliano. Che bella strategia, inebrante e piena di prospettive. Una linea che permette ad Hamas di annunciare qualsiasi "vittoria" al di là del risultato della guerra e soprattutto al di là del numero di vittime palestinesi. Una vittoria incontestabile. In effetti, come non essere disarmati ascoltando coloro che difendono l'idea di distrugere lo Stato israeliano a colpi di lancia razzi mentre sanno che le rappresaglie provocheranno la morte per centinaia di bambini palestinesi? Quel che abbiamo capito, e ormai lo abbiamo capito molto bene e sulla nsotra pelle, è che ogni volta che si incensa una resistenza armata viene fuori una guerra civile. Gli arabi in generale, e i palestinesi in particolare, sono stanchi e sfibrati da sessant'anni di conflitti. Stessa cosa per gli israeliani. Ma per i professionisti della resistenza una tale stanchezza è vista come una «defezione» da parte araba e una «debolezza» da parte israeliana. Nei loro cuori vorrebbero rilanciare il conflitto, infondergli nuova linfa e vigore. Ma a che scopo? La sola cosa che ormai sembra certa è che si tratta di "vittorie divine", che si trasformano in guerre fratricide, in invasioni militari americane e in raid israeliani.
* al Mustaqbal
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Gaza - Fermiamo il massacro
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Adozione a distanza di bambini palestinesi










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