Ore 11.30: inferno su Gaza. "Un attacco mai visto"

28.12.2008 13:00

 

 

di Francesca Marretta

su Liberazione del 28/12/2008

Israele risponde ai lanci di razzi con un bombardamento furibondo, quattrocento i morti

 

L'attacco israeliano su Gaza è scattato ieri mattina intorno alle undici e trenta. Di Shabbat, il sabato ebraico, il giorno in cui Israele si ferma per osservare il riposo. E' stato un massacro. Almeno quattrocento i morti. Oltre quattrocento feriti, di cui centoventi gravissimi. Sopratutto civili, confermano i medici di Gaza. Uomini, donne e bambini. Un bilancio destinato a salire, dato che l'operazione, promette il governo di Israele, «sará ancora lunga». La prima ondata di attacchi sferrati dall'esercito israeliano (Idf) con l'operazione «Piombo fuso», ha fatto fuoco su Gaza con sessanta tra elicotteri Apache e aerei caccia F16, che hanno colpito una cinquantina di obiettivi. Uffici amministrativi e della sicurezza di Hamas. Il primo raid ha centrato la sede della polizia di Gaza City dove era in corso la cerimonia per la consegna dei diplomi delle reclute. Tra i morti vi è il capo della polizia di Gaza, Tawfiq Jaber. Immediatamente dopo, per le strade di Gaza è cominciata una corsa di ambulanze e auto private, verso gli ospedali. Impreparati a reggere un'emergenza di tali proporzioni.
Shock and Awe in versione israeliana, come ha scritto dopo l'attacco Amos Harel sul quotidiano israeloano Ha'aretz . Sebbene ampiamente annunciata dalla leadership israeliana, nessuno si aspettava che l'operazione fosse lanciata immediatamente dopo la visita del ministro degli Esteri Livni al Cairo, organizzata, almeno questa era la versione ufficiale, per negoziare un'ultima chance di cessate il fuoco. Molti degli uccisi a Gaza si trovano ancora sotto le macerie o nelle moschee, dove sono stati portati cadaveri sfugurati per il riconoscimento. Gli obitorio sono saturi. Lo ha racconto a Liberazione da Gaza Yehia Abed, medico e consulente del Consolato italiano. «Tantissimi corpi sono arivati dilaniati all'ospedale Shifa (principale struttura sanitaria di Gaza City). Feriti e morti sono dappertutto, nei reparti, nei corridoi e nel cortile. C'è gente che arriva in continuazione per cercare figli, parenti, amici. In moltissimi sono andati a donare il sangue. L'ospedale è al collasso. Anche gli altri ospedali della striscia, anche meno attrezzati dello Shifa, sono pieni. Le operazioni chirurgiche sono estremanente problematiche perchè manca il materiale usa e getta come aghi e guanti. Manca anche l'anestetico che viene razionato per i casi più gravi» ha aggiunto il medico, spiegando che per ora nella struttura sanitaria l'elettricitá è garantita, a differenza che nel resto di Gaza, che dopo il tramonto resta al buio sul 70% di territorio. Tutti i medici e gli infermieri di Gaza sono in servizio. E' inevitabile Gaza che nelle operazioni contro "obiettivi militari" muoiano civili. Parliamo del posto più affollato del pianeta. Un territorio di venti chilometri per dieci in cui vivono senza vie di scampo un milione e mezzo di persone. Per giunta ieri a Gaza bambini e studenti delle scuole superiori e medie aveno gli esami. Alcuni sono rimasti feriti nelle aule. «E' stato terribile, come mai prima» racconta da Gaza Kholood Al-Kalut insegnante d'inglese all'istituto scuola superiore El Huda di Gaza City e incinta di otto mesi. «I miei figli stanno bene. Mio marito è corso a incontrarmi a scuola e siamo andati a prendere i bambini. Tutti gli altri genitori, in preda al panico, sono corsi dai figli, tutti a scuola per gli esami. Ora sono preoccupata per il bambini che porto in grembo. Tutta questa paura, questo stress, non puó fargli bene. Dateci notizie. Noi siamo senza elettricitá e senz'acqua. Non possimo guardare la televisione per capire che succede». Hamas, ha ammesso di essere stata colta di sorpresa dall'attacco israeliano. «Pochi giorni fa le autorità egiziane ci avevano fatto sapere che Israele non avrebbe attaccato la striscia di Gaza», ha dichiarato il portavoce di Hamas, Fouzi Barhoum. Nonostante Gaza sia in ginocchio, il movimento islamico ha ieri continuato a lanciare razzi contro il territorio israeliano. Almeno cinquantaquattro razzi qassam e missili Grad hanno raggiunto nella mattinata di ieri il sud di Israele. Un uomo e rimasto ucciso a Netivot e diverse persono sono rimaste ferite da un razzo caduto su una sinagoga a Nella serata di ieri è stata colpita una sinagoga a Eshkol. Nelle zone a dieci chilometri dal confine di Gaza la popolazione israeliana ha quindici secondi per arrivare nei rifugi, mentre in citta distanti venti o trenta chilometri da Gaza, come Ashdod, quarantacinque. Per la prima volta ieri Hamas ha usato i Grad anche in un tentativo di contraerea verso gli F16 israeliani.
A metá giornata, il movimento islamico al potere a Gaza comunicava la perdita di almeno quaranta dei suoi uomini. Ora grida vendetta. Fawzi Barhum, portavoce di Hamas a Gaza, ha parlato di riprensa degli attentati suicidi in Israele che Hamas puó far partire dalla Cisgiordania. «Continueremo la resistenza fino all'ultima goccia di sangue» ha dichiarato Barhum. Il capo del governo di Hamas, Ismail Haniyeh, ha dichiarato che gli attacchi israeliani, non piegheranno Hamas nemmeno se Gaza dovesse essere «annientata». Hamas lancia proclami, senza capire che la rabbia della gente di Gaza è rivolta verso Israele, ma anche verso la strategia suicida dei razzi. Contrastata dalla stragrande maggioranza della popolazione di Gaza. Che ne paga il prezzo e che a differenza dei miliziani di Hamas, non si dichaiara voatata al martirio. Di fronte alla vastitá del numero di vittime e feriti, le autorità egiziale hanno aperto il valico di Rafah, al confine sud di Gaza, per permettere il passaggio di feriti gravi. Ora Israele è in stato di massima allerta. L'incursione di Gaza non ha paragoni con nessuno degli attacchi degli ultimi vent'anni. Un'attacco che sta infiammndo la Cisgiordania, teatro di manifestazioni e scontri con l'Idf. Israele, dove la popolazione araba è in rivolta. Gerusalemme est. Una miccia accesa in tutto il Medio Oriente, dove da Beirut ad Amman a migliaia sono scesi in piazza contro Israele.

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