Nubi nere si addensano sulla scuola italiana

29.01.2009 13:36

di Loredana Fraleone *

su Liberazione del 29/01/2009

Quel che è successo ultimamente alla scuola della Costituzione repubblicana è molto grave: mutazione genetica del modello didattico/pedagogico della scuola di base, con tanto d'introduzione di valutazione numerica e voto di condotta; aumento spropositato di alunni/e per classe; tagli insostenibili in una situazione già tanto povera di risorse; solo per citare le questioni più significative. Ciò che sta per accadere, con la riforma delle superiori e soprattutto con il ddl Aprea può persino essere peggio.
Il movimento dei mesi scorsi è riuscito a portare alla ribalta l'attacco a scuola ed università pubbliche, ciò di cui l'opinione pubblica Italiana e da molto tempo persino gli intellettuali si sono occupati troppo poco; ma grazie alla forza che ha saputo mettere in campo ha ottenuto persino qualche passo indietro del governo e l'attenuazione di alcuni aspetti della riforma. In effetti la pesantezza dei provvedimenti rischia di appannare la relativa riduzione del danno prodotta dalle lotte di genitori, docenti, studenti, per la prima volta mobilitati insieme, dalle scuole dell'infanzia all'università. Risultati ottenuti con le sole lotte, senza alcuna sponda delle forze politiche presenti in Parlamento, con la capacità d'infilarsi in ogni spazio vertenziale contro il governo, come le manifestazioni d'ottobre, come le mobilitazioni dei sindacati di base e della Cgil, il baluardo più consistente (e non solo per la scuola e l'università) di cui oggi disponiamo.
Noi abbiamo dato un contributo prevalentemente interno al movimento, mettendo a disposizione risorse di ogni genere, compresi i compagni e le compagne, che spesso hanno collaborato in modo decisivo alla miriade d'iniziative messe in campo. In questa fase il movimento sembra interdetto ed incapace di reagire. Sicuramente gioca in negativo una percezione d'inefficacia, che non tiene conto dei risultati ottenuti, non strabilianti, come si diceva, ma utili alla messa in campo di una resistenza e persino di una controffensiva nelle scuole e nei territori. Inoltre lo strapotere mediatico berlusconiano ha lavorato abilmente con lo stravolgimento della realtà e le omissioni, usufruendo anche qui, come in Parlamento, della debolezza e della sostanziale subalternità dell'informazione controllata da Partito Democratico.
Non s'illuda però chi spera nella fine di questo straordinario laboratorio di massa, siamo in una fase di riflessione e riorganizzazione, di aggiustamento del tiro insomma. La grande maggioranza dei genitori sta per scoprire al momento delle iscrizioni, per il prossimo anno scolastico, che la tanto decantata scelta dei vari modelli orari nella scuola di base non offre alcuna certezza sulla sua realizzazione. I docenti precari, il personale Ata, nonché tutti quelli a tempo indeterminato, stanno per toccare con mano la devastazione occupazionale e professionale che è ormai dietro l'angolo. Gli alunni e le alunne stanno per scoprire cosa significa davvero la parola autoritarismo e la negazione del diritto allo studio. Tutto ciò vale anche per gli universitari. Si tratta di una miscela esplosiva rispetto alla quale il governo è riuscito momentaneamente solo a rimuovere la miccia. La crisi che avanza non farà che aggiungere ulteriori ragioni alle iniziative già programmate per l'immediato futuro e per la primavera.
Questo movimento può subire sconfitte, ma può non essere perdente, scommettervi sopra ha una grande rilevanza strategica per tutta la sinistra. Non cesseremo di rilanciare, neanche in un momento così poco esaltante per la sua unità, percorsi comuni, affinché svolga quel ruolo d'immersione efficace in un movimento con cui ha in comune tanta parte di contenuti e modalità espressive.

*responsabile nazionale Politiche per la conoscenza

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