
Migranti, altro sbarco. Forse 10 morti in mare
di Stefano Galieni
su Liberazione del 22/01/2009
Il gommone era riuscito ad eludere la sorveglianza della marina militare, virando ad est era approdato a Cala Pisana, un angolo nascosto della costa nord orientale di Lampedusa. A bordo, vivi 46 uomini e 6 donne, un altro non ce l'ha fatta, e il suo cadavere giaceva ieri mattina sulla spiaggia nascosta della baia. L'ultimo di una serie infinita di morti, l'ultimo natante, nonostante il mare in pessime condizioni, che era partito dalle coste libiche per cercare approdo nella più grande delle isole Pelagie. L'altro ieri erano arrivate altre 200 persone, mentre 228 avevano raggiunto la Sicilia, a Pozzallo, un'altra barca era affondata presso le coste tunisine di La Marsa: 26 dispersi, nessuna speranza di trovarli vivi. Il centro di prima accoglienza, costruito e propagandato come la soluzione dei mali dell'isola, è insufficiente ad ospitare le 1800 persone ad oggi presenti nelle camerate che potrebbero ospitare 20 persone in condizioni normali, 50 se ammassate. Si è dovuta anche allestire una tendopoli. Intanto piove e le condizioni di disagio per uomini donne e bambini che già hanno dovuto guardare in faccia la morte, perdurano. Sono così inaccettabili da aver fatto alzare i toni al sindaco dell'isola Bernardino De Rubeis, che ha definito «un lager» il Cpa, ha protestato vivamente per l'empasse provocata dalla politica del governo (De Rubeis è stato eletto dal Pdl), ha chiesto aiuto alla "divina provvidenza" e alla sinistra che "almeno quando governava, provava ad affrontare il problema".
Solo pochi giorni fa, in seguito all'ennesima emergenza, il ministro Maroni aveva reagito in maniera incomprensibile, trasferendo a Lampedusa la commissione per l'asilo, e dichiarando di volere realizzare nell'isola un centro di identificazione per evitare di dover far transitare nella penisola, le persone sbarcate. L'ottica del "rimandarli direttamente a casa propria" si era tradotta in una deportazione di 55 cittadini identificati come egiziani e nel blocco dei trasferimenti che ha letteralmente ingolfato le strutture esistenti. Il cinismo propagandistico si è mescolato all'incompetenza: ci vogliono giorni per identificare chi sbarca e gli arrivi si susseguono in una stagione in cui sovente saltano i collegamenti con la Sicilia, anche per una settimana, a causa del maltempo. Accade da millenni, ma il ministro non lo sapeva. Ed è lo stesso De Rubeis che ha ricordato a Maroni come sia impossibile espellere persone di cui non si conosce la nazionalità o che provengono da paesi in guerra. Ha ragione Giusto Catania, europarlamentare del Gue e Vicepresidente della Commissione Giustizia al Parlamento Europeo, che ha accusato il governo di voler creare a Lampedusa una zona franca, in cui migranti e richiedenti asilo siano nascosti e privati dei diritti previsti dalle convenzioni internazionali e dalle direttive europee. Sollecitato da Catania, il Commissario europeo per Giustizia, Libertà e Sicurezza, Jacques Barrot ha dichiarato di volersi recare il prima possibile a Lampedusa per potere valutare in loco la gravità della situazione. A rinfocolare gli animi provvederà poi la presenza di un altro europarlamentare, Roberto Fiore, leader di Forza Nuova, che intende continuare la sua opera di provocazione con manifestazioni contro gli immigrati.
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