
Marchionne: «60mila posti a rischio senza aiuti statali al settore auto»
di Fabrizio Salvatori
su Liberazione del 27/01/2009
Fiom: «L'intervento pubblico deve essere legato alle garanzie occupazionali e alla vettura ecocompatibile»
Senza interventi di sostegno sarebbero 60 mila in Italia i lavoratori a rischio nel settore auto. A due giorni dal vertice di palazzo Chigi sull'auto l'Ad della Fiat, Sergio Marchionne conferma la previsione fatta dalla Fim. «Non mi piace - ha detto ieri - la parola aiuti, si tratta di far ripartire l'economia». Una uscita piuttosto forte messa lì per contrastare l'offensiva della Lega, che non ha nessuna intenzione di foraggiare la più grande impresa del paese. «In Italia - ha aggiunto Marchionne - c'è un settore come quello dell'auto che sta vendendo il 60% in meno rispetto allo scorso anno, per questo sono necessari interventi per l'intero comparto».
L'Ad di Fiat va a palazzo Chigi forte dell'incontro con il vice-presidente della Commissione Europea e Commissario europeo per le Imprese e l'Industria, Gunter Verheugen, che ieri si è addirittura recato al Lingotto per discutere della situazione dell'industria dell'auto in Europa, «in particolare in riferimento agli strumenti idonei a superare l'attuale crisi, assicurando la competitività e i livelli occupazionali del settore nel lungo termine», come si legge in una nota del Gruppo Fiat. «Per rimanere competitiva - hanno convenuto i due - l'auto europea del futuro deve essere all'avanguardia, dal punto di vista dell'innovazione, della sicurezza e del rispetto ambientale. L'industria deve continuamente investire in ricerca e sviluppo e puntare sulle competenze delle proprie risorse umane». Esattamente quello che la Fiat ha fatto poco o nulla nel passato e non è in grado di fare per il futuro, considerando i 5 miliardi rosso nei bilanci.
La Fiom-Cgil, intanto, ha ribadito che «qualsiasi intervento pubblico per la Fiat e tutta la filiera produttiva deve essere legato» sì ad «operazioni di ecocompatibilità, ricerca su nuovi motori», ma anche di «garanzia dei livelli occupazionali e di sviluppo degli stabilimenti».
Il punto è capire cosa esattamente intende fare il Governo. Per Giorgio Cremaschi, segretario nazionale della Fiom, è chiaro che con i soli incentivi alla rottamazione non si va da nessuna parte. «Sono un brodino - ha detto - che in una crisi che dura un anno servirà a far vendere un pò più d'auto ma non risolverà il problema strategico del sistema industriale italiano». «La nostra posizione - ha spiegato Cremaschi - è molto chiara e molto simile a quella di molti governi stranieri. Noi non siamo contrari agli aiuti pubblici. Però poniamo due condizioni: che non chiuda neanche uno stabilimento italiano, cosa che la Fiat non ha ancora garantito, e che non si licenzi recuperando anche quelle migliaia di lavoratori precari che la Fiat ha già licenziato e che sono in mezzo alla strada».
Infine, dall'accordo Fiat-Chrysler emergono altri particolari che confermano le preoccupazioni della Fiom. Secondo quanto ha riportato la rivista Automotive, nel programma delle sinergie ci sarebbe una nuova 500 che non verrebbe prodotta però in Italia ma in Messico. Oltre alla Fiat 500, nel segmento delle utilitarie ci sarebbe in progetto lo sbarco in Usa anche di una nuova vettura basata sulla prossima generazione della Fiat Panda che, secondo Automotive News, potrebbe essere targata Dodge oppure Chrysler. Anche l'Alfa Romeo MiTo sarà venduta in Nord America e nel segmento C sarebbe prevista la produzione, presso un impianto Chrysler in Usa, di un nuovo veicolo basato sulla piattaforma Fiat C-Evo che sostituirà la Dodge Caliber. Sulla stessa piattaforma dovrebbe essere costruita la nuova Alfa Romeo 147 destinata al mercato americano. Inoltre, sarebbero in via di sviluppo i modelli sostitutivi delle berline medie Chrysler Sebring e Dodge Avenger, anch'essi su una versione allungata della piattaforma Fiat C-Evo. L'alleanza, secondo Automotive News, darà a Chrysler anche l'accesso ai motori Fiat 1,4 e 1,8 litri a iniezione diretta che dovrebbero essere costruiti presso un impianto Chrysler, molto probabilmente in una versione turbo. Secondo una fonte vicina a Fiat però, sottolinea Automotive News, Chrysler potrebbe produrre solo il motore da 1,4 litri.
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