Manuale di autodifesa dai contratti separati

13.02.2009 13:40

Fabio Sebastiani

Professor Alleva, dopo la firma sull'accordo separato lei ha scritto che la disobbedienza è possibile. In cosa consiste?
Siamo stati abituati per decenni al concetto di "o mangi questa minestra o salti dalla finestra", che sostanzialmente è un ricatto. Una volta che il contratto era stato firmato comunque si applicava a tutti di fatto. Anche se teoricamente è sempre stato possibile per il lavoratore opporre il rifiuto in virtù della non appartenenza ad uno dei sindacati firmatari. La conseguenza di questa posizione, sempre in linea teorica sarebbe che non si potrebbe godere della parte positiva del contratto.

E qui arriviamo al punto critico, nel senso che in questo accordo non sembrano esserci positività
Arriva il momento in cui i contenuti negativi degli accordi separati superano di molto i postivi, soprattutto nella parte economica.

Concretamente come ci si oppone all'accordo separato?
Uno può sempre sostenere che per lui continua a vigere il contratto precedente. Per quello che riguarderebbe il profilo economico la retribuzione del lavoratore dipende anche dall'articolo 37 della Costituzione. La formula è dichiarare l'adesione al vecchio contratto perché il nuovo "non mi riguarda" e, peraltro, si può sempre far presente che essendo passata molta acqua sotto i ponti il salario non è più adeguato e quindi si è legittimamente autorizzati, in nome della Costituzione, a chiedere un aumento anche maggiore di quello che il contratto collettivo firmato separatamente ha dato.

Si tratta di un percorso di carte bollate e magistrati?
E' un percorso che arriva davanti al giudice, certo. Nella parte negativa non ti faccio la domenica, è difesa pura individuale attrverso il rifiuto. Il problema sono i miglioramenti economici che si possono pretendere appoggiandosi alla Costituzione e davanti al magistrato.

Comunque gli aumenti dell'accordo separato saranno contestati.
Se te li ettono comunque in busta paga per contestarti il rifiuto delle altre parti dell'accordo separato, bisogna mandare una raccomandata in cui si dichiara di trattenere l'importo come anticipo per la maggior somma "che mi è comunque dovuta per l'articolo 37 della Costuzione". In questo modo si mettono le mani avanti. La lotta può essere condotta in modo collettivo. E' prorio il fatto collettivo che li mette in crisi.

Lei sostiene che anche per quanto riguarda la precarietà è possibile una via giuridica.
Questa crisi la stanno pagando pesantissimamente i precari. Ma occorre dire che nove contratti precari su dieci sono illegittimi. Non ho mai perso una causa che riguardasse i precari. Sono tutti abusivi nonostante la legge Biagi. La gente che sta a casa disperata perché ha perso il lavoro precario dovrebbe sarepe che è già stabile e potrebbe fare una causa vittoriosa. Sul contratto a termine la temporaneità della causale non c'è quasi mai, per esempio. E non vengono neanche più specificate. Questi contratti sono tutti a tempo indeteminato. La stessa cosa vale per i contratti di lavoro interinale che devono avere anch'essi una causale temporanea. Sono usati come una sorta di patti di prova. L'esigenza deve essere temporanea e me lo devono dimostrare gli imprenditori. Quasi mai il datore di lavoro riesce a passare questa prova. Sul lavoro a progetto è uscita una sentenza importantissima della Corte Costituzionale che dice che non sussiste quando manca il progetto, e il progetto manca sempre. Non è che c'è una mera presunzione di subordinazione evincibile, come sostengono alcuni, ma c'è un vero e proprio divieto di collaborazione. E quindi c'è la trasformazione automatica. Così via per gli altri tipi. Attaccarli è molto facile. Ho in mente di aprire un "forum precario" on line in cui i precari mi possono mandare una scheda sulla loro condizione così si può valutare se è possibile la via legale. I contratti separati e la precarietà non sono un destino.

Vale anche per la pubblica amministrazione?
Nel caso della pubblica amministrazione vale con alcuni distinguo perché nel pubblico pubblico ci deve essere, per quanto riguarda la rappresentatività sindacale, una maggioranza misurata e certificata. Per quello che riguarda i precari, invece, la tarsformazione viene vietata dalla legge con una ingiustizia clamorosa, però si posono chiedere retribuzioni arretrate e un danno per ingiusto precariato.

Liberazione 13/02/2009

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