Lettera a Mario Capanna sulla commemorazione di Jan Palach

16.01.2009 14:06

Lettera a Mario Capanna sulla commemorazione di Jan Palach

di Massimo Recchioni

su redazione esserecomunisti del 16/01/2009

Egr. sig. Mario Capanna,

le scrivo ed all'ultimo momento perche' abito ad oltre un'ora dal luogo dove oggi pomeriggio si terra' la sua/vostra conferenza-stampa. Questo, e considerando che sto uscendo da un'influenza, mi ha fatto essere in dubbio fino all'ultimo momento sul partecipare o no.

E alla fine non potro' venire, non posso permettermi di fare quasi 4 ore di viaggio tra andata e ritorno, coincidenze, metro e pezzi a piedi (il luogo non e' tra i piu' adatti e raggiungibili per le mie condizioni).

Ne' le chiedero' di leggere questa mia, qualcosa - chiessa' perche' - mi dice che comunque non "ce ne sara' il tempo".

E' spesso difficile per me, se non in alcuni giorni della settimana ed in alcuni orari, partecipare ad eventi del genere. Anche se credo di partecipare comunque, alla vita sociale politica e culturale di questo Paese, nel quale vivo da quasi 20 anni, e che conosco da PRIMA della caduta del muro di Berlino.

Con rammarico noto che si viene a commemorare Jan Palach dopo 40 anni (si dice "meglio tardi che mai", ma 40 anni e' proprio tardi). D'altra parte noto anche che da anni il cavallo dell'anticomunismo e' un cavallo tra piu' ambiti, oltre che il piu' facile da cavalcare. Costa molto molto meno che un brocco in un qualsiasi maneggio.

Lei c'era comunque nel '68, si ricorda cio' che diceva ? Sicuramente si'. Si ricorda che la geografia del mondo politico era completamente diversa ?

Allora si stava da una parte o si stava dall'altra, non c'erano mica vie di mezzo. E' fin troppo semplice, 40 dopo, decontestualizzare quell'episodio, come tutti gli episodi di qualsiasi periodo. Oggi non siamo piu' a 40 anni fa, ma io sono sicuro che se lei potesse tornare indietro avrebbe, di nuovo, la stessa posizione che ebbe.

Una presenza a Praga oggi non cambia quanto e' successo, non mette a posto le coscienzedi nessuno. Ci sono stati 40 anni per venire a Praga, prima di oggi.

Vogliamo inoltre fare il conto di quante persone lei, stasera, trovera' a raccogliere cibo nei bidoni ? Sono persone che prima dell'89 avevano tutte una casa.

La portano in giro a vedere Praga "non turistica" o, come prima dell'89, si vede soltanto qualcosa ?

Qualcuno domattina non ci sara', le temperature qui quest'anno son tornate rigide, forse qualcuno stanotte se ne andra' dal freddo. Lo commemoreremo domattina o tra 40 anni ? Qualcosa mi dice "in nessuno dei due casi".

Lo sa perche' ? Io credo di si', perche' non ha risonanza, e' un morto che non pesa, non avra' mai nessun monumento, non ci si potranno fare "gli eventi". Le persone che si sono suicidate per aver perso il lavoro dopo l'avvento della "democrazia"? Pesano poco. Anzi nulla. Pesi "morti", ora nel vero senso della parola.

Quelle omicide e/o suicide per debiti dopo avere perso tutto a giochi ora legali?

Allora, se l'ottica e' che i morti sono sempre tutti uguali ed hanno lo stesso peso, io mi chiedo:

- spendera' oggi una parola per i 4 morti sul lavoro che oggi, come mediamente ogni giorno, perderanno la vita in Italia ?

- spendera' una parola per gli oltre 1.000 civili (trecento bambini) rasi al suolo con le loro case a Gaza nelle ultime settimane ? O pensa anche lei che due razzi tirati su un'automobile giustifichino questo eccidio ? Ne parlera' oggi ?

- spendera' una parola per gli italiani che sono qui a lavorare da una vita ed hanno oggi due camere in affitto e 10.000 corone di pensione al mese ? O pensa anche lei che sia un effetto collaterale della democrazia ?

- spendera' una parola, una SOLA, oggi che parlera' davanti a pezzi importanti della comunita' italiana, per i 70.000 Partigiani morti ed i 62.000 dispersi, e per i 50.000 caduti degli eserciti di Liberazione, oggi che il nostro Parlamento vuole approvare una legge vergognosa che assegna ai repubblichini onori e pensione ?

Se parlera' di TUTTO questo, mi dispiacera' non essere intervenuto.... altrimenti - me ne scusi - non mi dispiacera' affatto. Ripeto che e' troppo facile fare oggi quello che lei sta facendo, provi ad organizzare per il prossimo mese una conferenza-stampa sulla Palestina. O sui morti sul lavoro. Scommettiamo che non viene nessuno ?

Cordiali saluti,
Massimo Recchioni

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