Legge truffa «taglia-sinistra». La rivolta parte dalle assemblee locali

30.01.2009 13:26

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su Liberazione del 30/01/2009

Hanno disegnato un'Europa senza la rappresentanza della sinistra italiana. Che, certo, è rimasta fuori dal Parlamento ma è ancora forte, e in molti casi decisiva per far vivere le giunte di centro-sinistra, in tutte le assemblee locali. Nelle Regioni, nelle Province, nei Comuni. Ed allora è proprio da qui, dalle assemblee elettive, che riparte la mobilitazione per impedire il varo della nuova legge elettorale con lo sbarramento al quattro per cento.
Di esempi se ne possono fare tanti, sparsi per tutta Italia. Il caso più eclatante - anche perché ha coinvolto significativamente il Governatore Burlando - è quello della Liguria. Qui, i lavori del consiglio regionale sono stati sospesi. Riprenderanno, dovrebbe riprendere, martedì prossimo.
Consiglio regionale «chiuso per protesta», insomma. Così come hanno chiesto i gruppi della sinistra. Una forma di pressione che sembra aver raggiunto alcuni primi, significativi risultati: innanzitutto il presidente dell'assemblea, Giacomo Ronzitti, s'è impegnato a scrivere al Presidente della Repubblica Napolitano. E ancora: lo stesso Burlando - il Governatore - ha fatto capire che farà sentire la sua voce - di dissenso - anche nei confronti dello stato maggiore del suo partito, i democratici. Responsabile, assieme alla destra,di questa legge elettorale «taglia sinistra».
Dopo la Liguria, Milano. Qui al consiglio provinciale, i consiglieri della sinistra - Rifondazione, verdi, Sd e Pdci - hanno dato vita ad un'improvvisata manifestazione. Che ha provocato la sospensione dei lavori dell'assemblea. Pure in questo caso, è arrivata la solidarietà del presidente della giunta, Penati. Che ha detto: «Abbiamo fatto bene ad interrompere la discussione, anche se la legge elettorale europea è un tema che esula dalle competenze della Provincia. E' però un'esigenza della democrazia». Ed anche lui si rivolge al suo partito, perché ci ripensi: «Chiedo al piddì grande attenzione e soprattutto grande coerenza per non voler escludere a priori forze politiche».
Dal Nord al Sud. Fino alla Campania. Dove gli amministratori di Rifondazione hanno fatto sentire la propria voce. A cominciare dall'assessore provinciale di Napoli, Bernardo Tuccillo che ieri ha disertato la riunione della giunta. Lo ha fatto esplicitamente come «atto di protesta contro l'inaccettabile proposta di Pd e Pdl di riforma delle legge elettorale europea». Duro anche il commento del capogruppo del Prc, Nocera in consiglio regionale: «Occorre sollevare anche dalla Campania un grande moto di opinione democratica».
Sicuramente più «spettacolare» sarà la protesta dei consiglieri provinciali della sinistra di Reggio Calabria. Che diserteranno la riunione dell'assemblea di stamane. Sui loro banchi sarà esposto un cartello: «Chiuso per sbarramento, Pd vergognati». Iniziativa, infine, anche ad Ancora, dove è previsto un sit-in di protesta, a mezzogiorno, davanti alla sede della Regione.
Resta da dire di ciò che sta avvenendo in Veneto. Qui i segretari di due dei partiti della sinistra. Prc e Pdci, hanno diffuso un comunicato congiunto. Dicono di voler costruire liste comuni in tutta la Regione. Questa - sostengono - è la loro risposta al tentativo di «escludere la sinistra dalla rappresentanza».

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