Lasciati morire nelle strade di Gaza

09.01.2009 13:22

di Michele Giorgio

su Il Manifesto del 09/01/2009

«Postazioni bombardate, operatori uccisi», l'Onu sospende gli aiuti. La Croce rossa: Israele non soccorre i civili feriti. Missili dal Libano, colpita una casa nello Stato ebraico. Nel 13° giorno di bombe i morti sono ormai oltre 763

Aiuta i vivi a reperire cibo e medicine il cessate il fuoco quotidiano di tre ore concesso da Israele ai palestinesi di Gaza sotto attacco. Ma serve anche a recuperare i morti, a dare una sepoltura a cadaveri rimasti per giorni nelle strade. «I cadaveri, decine e decine, giacciono nelle strade e i feriti muoiono davanti gli occhi dei soldati israeliani che a distanza di pochi metri non fanno niente per soccorrerli», denunciava ieri con voce rotta dalla commozione Ayad Nasr, portavoce della Croce rossa internazionale riuscita finalmente ad entrare a Beit Lahiya e Beit Hanun, i centri abitati palestinesi più martoriati dall'aviazione e dall'esercito d'Israele.
«Fateci entrare nelle zone di Abraj al Awda e Abraj Sheikh Zaid per raccogliere i feriti, molti di loro sono morti perché nessuno li ha soccorsi. Spero che questo mio appello venga raccolto da chi ci ascolta», ha proseguito Nasr parlando in diretta alla rete televisiva al Jazeera. Al suo appello si è aggiunto quello dell'Unrwa per i diritti della popolazione civile ma, poco dopo, l'agenzia dell'Onu ha dovuto annunciare l'interruzione dei programmi di assistenza a causa dell'uccisione di un suo autista, colpito dall'aviazione israeliana mentre, alla guida di un autocarro, trasportava aiuti umanitari, peraltro durante le ore di cessate il fuoco. A inizio settimana le forze armate israeliane avevano colpito tre scuole dell'Unrwa provocando decine di vittime. Le tre ore di «tregua» stanno perciò svelando la portata della devastante offensiva israeliana nelle località della Striscia rimaste isolate per giorni e prese incessantemente di mira dall'aviazione e dall'artiglieria. In un racconto fatto alla tv saudita al Arabiya, un operatore della Croce Rossa ha detto che «gli israeliani non ci hanno permesso di entrare a Khan Younis con le ambulanze ed abbiamo dovuto farlo a piedi». Una volta entrati, ha riferito, «in una casa abbiamo visto quattro bimbi che da giorni stavano raccolti davanti al cadavere della madre. Erano così deboli che non potevano reggersi in piedi». In un'altra casa «abbiamo trovato vivo un uomo allo stremo delle forze...sul pavimento c'erano 12 cadaveri che abbiamo portato fuori sugli asini».
L'emittente araba ha anche trasmesso le immagini di un'ambulanza colpita mercoledì dall'esercito a Jabaliya. Nel video si vedono 13 fori sull'automezzo e un soccorritore colpito con una pallottola ad una gamba aiutato dai suoi colleghi. Due volontari, un canadese e uno spagnolo, hanno confermato l'accaduto. «I militari israeliani dovevano essere a conoscenza della situazione ma non hanno fornito assistenza ai feriti, né hanno reso possibile a noi o alla Mezzaluna Rossa palestinese di aiutarli», ha dichiarato a proposito dei morti e dei feriti rimasti nelle strade di Beit Lahiya, Pierre Wettach, capo della Croce rossa nella regione, che poi ha definito l'accaduto «scioccante».
L'organizzazione ha annunciato che continuerà a evacuare i corpi ogni volta che sarà possibile e ha comunicato di essere stata informata di altri feriti che le squadre mediche non sono riusciti finora a raggiungere. «I militari israeliani non hanno assolto ai loro obblighi in materia di diritto umanitario internazionale che prescrive di provvedere ai feriti ed evacuarli», ha aggiunto Wettach. Ieri Muawiya Hassanin, responsabile dei servizi di pronto soccorso a Gaza, ha portato il bilancio di morti palestinesi a 763, di cui 1/3 bambini e adolescenti (oltre 3mila i feriti).
L'offensiva «Piombo fuso» però non si ferma, anzi si espanderà. Lo ha lasciato capire il premier israeliano Olmert incontrando i soldati della Divisione Gaza, perché, ha spiegato, «non sono stati ancora raggiunti gli obiettivi». I raid aerei sono incessanti e i reparti corazzati rimangono alle porte delle città palestinesi pronti alla «terza fase» dell'attacco: rioccupare tutta Gaza. Ieri tre militanti del Jihad islami sono morti in un raid aereo e altri due sono rimasti feriti. Israele, secondo al Jazeera e fonti mediche palestinesi, farebbe uso anche di fosforo bianco e armi proibite, ma avviare una inchiesta indipendente è al momento impossibile. Sono morti ieri anche un ufficiale dell'esercito israeliano che si trovava a bordo di un carro armato centrato da un missile anti-carro e un soldato ucciso da un cecchino palestinese. Sono otto i militari morti dall'inizio dell'offensiva di terra (tre i civili israeliani uccisi dai razzi). Israele comunque continuerà a fare fuoco a volontà ancora per giorni.
Olmert e il presidente egiziano Mubarak domenica, al termine dei loro colloqui, potrebbero annunciare un cessate il fuoco temporaneo entro tre giorni, ma si tratta solo di un'indiscrezione. Al Consiglio di sicurezza dell'Onu intanto è stata presentata una bozza di risoluzione che il Dipartimento di Stato Usa ha definito «di possibile consenso». Non certo quello di Hamas che ha fatto sapere che il piano di Mubarak «non è una base valida per una soluzione della crisi», perché fondato interamente sulle condizioni poste da Israele.
«Piombo fuso» va avanti mentre rischia di precipitare la situazione in Medio Oriente. Ieri mattina almeno tre razzi sono stati lanciati dal territorio libanese contro la città israeliana di Nahariya, da un commando del Fronte popolare-Comando generale, una formazione palestinese sostenuta dalla Siria. Nell'attacco, che ha colpito anche un centro di assistenza agli anziani, sono rimaste ferite cinque persone. L'esercito israeliano ha immediatamente risposto con il lancio di mortai, i residenti della regione sono entrati nei rifugi anti-missile e per alcune ore si è temuta l'apertura di quel «secondo fronte» al nord di cui si parla da giorni. Poi il governo di Beirut ha condannato l'accaduto mentre Hezbollah ha smentito categoricamente un suo coinvolgimento. Poco alla volta è tornata la calma lungo la frontiera. Intanto oggi scade il mandato di Abu mazen ma ieri il presidente palestinese ha annunciato che non si farà da parte - come gli chiede Hamas - e resterà in carica fino alla convocazione di elezioni simultanee legislative e presidenziali.

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