
La Spezia, ancora sangue nei porti. Oggi sciopero nazionale di 24 ore
di Roberto Farneti
su Liberazione del 22/01/2009
Dopo gli incidenti mortali di Augusta e Trieste, si spezza la vita del "camallo" Giuliano. I Sindacati: «Tragedia annunciata»
Tranciato in due dalla ruota di un carrello per la movimentazione delle merci dal peso di settanta tonnellate. La vita del "camallo" Giuliano Fanelli, 50 anni, è finita così, alle otto del mattino di una normale giornata di lavoro nel porto di La Spezia. "Normale"? Sì, normale, perché quella avvenuta ieri al Molo Garibaldi è l'ennesima tragedia annunciata. Da mesi infatti i sindacati denunciavano la pericolosità dell'ambiente in cui i "camalli" spezzini sono costretti a lavorare. «Il problema più grosso - spiega a Liberazione Matteo Manucci, delegato Rsa-Rls della Spetter, l'azienda che opera in quel terminal - è quello della viabilità: spazi stretti, pavimentazione disconnessa, buche stradali». Dopo ripetute segnalazioni, negli ultimi tempi qualcosa si è mosso: sono iniziati lavori per la risistemazione di un piazzale «ma le cose - lamenta Manucci - vanno molto a rilento».
Una lentezza costata la vita del povero Giuliano. Al momento dell'incidente, l'operaio è sul piazzale del Molo Garibaldi, impegnato a prendere i numeri del materiale che viene caricato, bobine di ferro. Non si accorge che alle sue spalle sta arrivando un muletto, che lo investe uccidendolo sul colpo. «Questi carrelli - spiega Gianni Carassale della Cgil di La Spezia, segretario confederale con delega all'ambiente e alla sicurezza sul lavoro - purtroppo non consentono una visuale adeguata a chi li manovra, specie in retromarcia, perché la parte posteriore è talmente alta da nascondere chi si trova dietro al mezzo e in questi casi gli specchietti retrovisori servono a poco». Una situazione problematica accentuata dallo spazio angusto: «Tra la banchina e il capannone ci saranno non più di 25 metri», aggiunge Carassale.
La Spezia è uno dei porti d'Europa con il più alto numero di volumi movimentati. Qui lavorare 13 ore di fila è la normalità, complici anche accordi sindacali che hanno dato il via libera ai doppi turni. Le cosiddette paghe-base sono basse, intorno a 1200 euro, ma c'è gente che, facendo tante ore, arriva a guadagnare molto di più. Il problema è che la stanchezza, a volte, si somma con la fretta di concludere le operazioni, specie quando ti accorgi che ci sono due o tre camion lì in fila, in attesa della merce. Ed è così che nascono le tragedie.
Che ci sia qualcosa che non va lo pensa anche il sindaco di La Spezia, Massimo Federici. In un comunicato Federici parla di «condizioni di lavoro al di sotto dei livelli minimi di sicurezza» e chiede «che si definiscano intese vincolanti per la sicurezza nel porto». Come quelle, ad esempio, sottoscritte a Genova poco più di un anno fa e però rimaste «inapplicate», ricorda Bruno Rossi della Rete 28 Aprile. La Cgil non ha dubbi: «Anche a La Spezia - insiste Carassale - ci vogliono i delegati sindacali per la sicurezza del porto. Delegati di sito, in aggiunta a quelli aziendali, con il compito e la facoltà di vigilare sul rispetto delle normative».
L'emergenza è tuttavia più ampia, come dimostrano anche i recenti incidenti mortali nei porti di Augusta e di Trieste, e il grave infortunio di questa settimana a Genova, con un operaio che si è procurato lesioni alla schiena cadendo nella stiva di una nave. Per questa ragione le segreterie nazionali, di Filt Cgil, Fit Cisl e UilT hanno indetto uno sciopero totale per la giornata di oggi «di tutti i lavoratori dei porti dall'inizio del primo turno alla fine dell'ultimo». Secondo i sindacai «è ormai evidente che ci troviamo di fronte ad una vera e propria emergenza per la sicurezza del lavoro nei porti» determinata da «cause precise che dipendono da interventi troppo a lungo annunciati e mai attuati, quali livelli occupazionali ridotti nelle attività, ritmi forsennati e insufficiente formazione preventiva e continua, nonché in taluni porti l'eccessivo numero di imprese autorizzate che aumenta il rischio da interferenza». Da qui la richiesta di «un incontro urgentissimo e non più rinviabile ai Ministeri del Lavoro e dei Trasporti e a tutti gli organi istituzionali competenti» per discutere di come intervenire.
La giornata di ieri è stata contrassegnata da altri due gravi incidenti. Un operaio di un'azienda milanese è stato travolto da pesanti tubi in acciaio, riportando fratture al bacino e agli arti inferiori, mentre gravemente ferito è l'operaio caduto da una scala nel cantiere per la ristrutturazione di una palazzina in località Maschio, a Savona.
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