
L´Onu: 50 milioni di disoccupati in più
di Arturo Zampaglione
su la Repubblica del 29/01/2009
Fmi: crescita ai minimi dal ´45. E Fed stampa carta moneta per lo sviluppo
«É la crisi peggiore degli ultimi 60 anni e prevediamo in pratica un arresto dell´economia mondiale», dice il Fondo monetario internazionale, confermando nell´ultimo rapporto semestrale, intitolato "World Economic Outlook", un rapido peggioramento della situazione. Intanto l´Ilo (International labour organization), l´agenzia delle Nazioni Unite che si occupa dei problemi del lavoro, avverte che a livello mondiale 51 milioni di posti di lavoro rischiano di scomparire. Già prima degli allarmi del Fmi e dell´Ilo nessuno si faceva illusioni sulla durata e la profondità della crisi. Ma ora le prospettive appaiono ancora più nere perché, come avvertono gli economisti del fondo, da un lato la crescita dei paesi emergenti non basterà a riequilibrare le flessione di quelli industrializzati, dall´altro «le misure di emergenza varate da molte capitali non hanno eliminato le incertezze sulla solvibilità a lungo termine degli istituti finanziari». Nell´edizione dell´"Outlook" dell´ottobre scorso il Fondo aveva previsto un aumento della crescita economica mondiale nel 2009 del 2,2 per cento. Ma è stato costretto a una drastica revisione al ribasso delle sue stime: adesso parla di un modesto +0,5 per cento, cioè il livello più basso dalla seconda guerra mondiale. Ha ridotto anche le previsioni sul pil (prodotto interno lordo) per tutti i paesi. Quello dell´Italia scenderà nel 2009 del 2,1% (prima si parlava di appena lo 0,6) e calerà dello 0,1 anche nel 2010: un andamento più negativo che in tante altre nazioni.
Sempre secondo le proiezioni del Fmi, il pil americano avrà una flessione dell´1,6% quest´anno mentre recupererà la stessa percentuale l´anno prossimo. L´Eurozona scenderà del 2% nel 2009 e risalirà dello 0,2 nel 2010. Pesanti revisioni al ribasso anche per India e Cina, per effetto della ridotta domanda del loro export: la loro crescita sarà limitata quest´anno rispettivamente a +5,1% e +6,7. «Anche il deficit pubblico è destinato a esplodere per via delle manovre di stabilizzazione», aggiunge Olivier Blanchard, capo economista dell´organismo di Washington. Da Ginevra, invece, arriva il rapporto sui trends occupazionali dell´Ilo. L´agenzia dell´Onu guidata da Juan Somavia disegna tre scenari possibili: nel peggiore di questi, la disoccupazione a livello mondiale potrebbe raggiungere alla fine del 2009 il 7,1%, con 51 milioni di impieghi bruciati. Uno scenario più probabile vede scomparire 30 milioni di posti di lavoro e un aumento dei disoccupati al 6,1%.
«Non c´è dubbio che stiamo attraversando una crisi che non si vedeva da molto tempo», ha osservato Barack Obama dopo un incontro ieri mattina alla Casa Bianca con un gruppo di celebri chief executive, da Eric Schmidt di Google a Sam Palmisano della Ibm. «É stata una riunione melanconica - ha detto il neopresidente - perché queste società e i loro lavoratori sono in mezzo alla bufera. Ma abbiamo tutti fiducia sulla possibilità di rilanciare l´economia». In attesa che si concretizzi una soluzione la Federal Reserve ieri ha lasciato immutati i tassi di interesse a livello quasi-zero. Obama, da parte sua, ritiene essenziale una rapida approvazione del maxi-piano da 825 miliardi di dollari per ridurre le tasse e incentivare gli investimenti infrastrutturali. Un piano in via di approvazione nonostante l´opposizione dei repubblicani.
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