L'attivo dell'Inps è salario dei lavoratori (anche immigrati)

14.03.2009 14:01

Sante Moretti


Il bilancio consuntivo dell'Inps 2008 evidenzia un attivo superiore agli 11 miliardi di euro sia per il bilancio di competenza sia per la gestione economica. E' un dato che smentisce i profeti di sventura, i catastrofisti, quanti hanno sostenuto che il sistema pensionistico non reggeva, che sarebbe crollato.
Sapevano, in particolare certi guru dell'economia, di mentire: si pensi che prevedevano in 30mila all'anno gli immigrati che si sarebbero iscritti all'Inps e persino che la popolazione non sarebbe aumentata. Invece gli immigrati aumentano 8 volte tanto.
Lo scalone di Maroni è "frutto" di queste errate previsioni, volutamente errate.
Stupisce che l'Ecofin continui ad insistere sulla insostenibilità del sistema pensionistico italiano in quanto la spesa sarebbe più elevata rispetto alla media europea anche se decrescente. L'insistenza è sull'età per il diritto delle pensioni in particolare delle donne.
O c'è malafede o l'Ecofin ignora che l'Inps ha un consistente attivo di bilancio e che in Italia il Tfr è considerato una spesa pensionistica e che il prelievo fiscale sulla pensione è pari, mediamente, al 10% degli importi corrisposti rispetto a meno del 2% della media europea.
Ora hanno cambiato musica, non più la grancassa dell'insostenibilità del sistema pensionistico ma gli squilli o gli strilli sulla sua iniquità: sarebbe troppo garantista e generoso con i pensionati e con chi si pensionerà a scapito dei giovani precari e senza certezze.
Casini, Enrico Letta, Cazzola chiedono al governo più coraggio e di riformare le pensioni: portare l'età per tutti (uomini e donne) a 67 anni. Non solo, estendere da subito a tutti il sistema di calcolo contributivo e la revisione dei coefficienti per portare, dopo 40 anni di lavoro, l'assegno pensionistico attorno al 60% del salario degli ultimi anni; restringere la platea dei beneficiari della riduzione d'età (lavoro usurante); diminuire i contributi per aiutare le imprese, cioè a trasformare una quota di salario (i contributi sono salario) in profitto.
E' bene ricordare che i "privilegiati" ricevono dall'Inps un assegno pensionistico inferiore a 1.000 euro al mese e ben 5 milioni sono al di sotto di 500 euro al mese.
Il crescente avanzo dell'Inps è dato da un aumento dei contributi, i ritocchi delle aliquote dei lavoratori dipendenti, l'aumento di quelle degli autonomi e della gestione separata. E' dato soprattutto dall'aumento degli iscritti all'Inps che passano da 13.950.000 del 2001 a 19.390.281 del 2008 ed i nuovi iscritti sono in maggioranza immigrati.
Debole rimane invece rimane la lotta all'evasione contributiva che viaggia sopra i 35 miliardi l'anno.
L'immigrato è una manodopera giovane sia se impegnato nei cantieri, nelle campagne o come badante versa i contributi ma maturerà il diritto alla pensione? Se ritorna nel paese di provenienza senza aver maturato il diritto, i contributi versati gli verranno restituiti? Oppure se riesce a pensionarsi, riceverà la pensione nel suo paese d'origine?
E' questa una questione che, prima o poi, andrà affrontata. Non vorrei che quelli della Lega, che stanno costruendo un muro di odio verso gli immigrati, sognassero di derubarli dei contributi.
L'Inps ha disponibili 11 miliardi, non devono restare nelle casse dell'Inps, ma dati al sistema pensionistico.
In primo luogo si aumentino i minimi, si rivalutino le pensioni medio-basse, si istituisca un diverso sistema di rivalutazione annuale, si amplii la platea del lavoro usurante, pesante o alienante. Per l'età: flessibilità 60/55 anni per tutti.
Anche l'Inail ha un gruzzoletto di 13 miliardi: è urgente che rivaluti le rendite e soprattutto predisponga un piano straordinario di prevenzione, continuano a morire tre lavoratori ogni giorno.
L'attivo dell'Inps è salario dei lavoratori ma c'è chi pensa di metterci le mani, prendendo a pretesto la crisi.


Liberazione 14/03/2009

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