Joy, vittima della politica leghista?

16.03.2009 13:09

di Frida Roy

su Aprile online del 13/03/2009

A Bari una giovane nigeriana affetta da Tbc non si è fatta curare ed è morta. Probabilmente temeva di essere denunciata perchè clandestina, così come prevede un emendamento della Lega approvato dal Senato e in arrivo alla Camera. Sarebbe la conferma di ciò che denunciano i sindacati medici e le associazioni, contrarie al provvedimento

Potrebbe essere bastato l'effetto annuncio. Si può quindi immaginare cosa potrà accadere qualora la richiesta di modifica diventasse legge dello Stato. L'abrogazione del divieto alla denuncia dei clandestini da parte dei medici (cioè dell'articolo 35 del Testo unico sull'immigrazione), proposto dalla Lega Nord in un emendamento firmato dall'onorevole Bricolo e che dovrà essere approvato dalla Camera dopo il via libera del Senato, potrebbe aver dato i suoi primi frutti. Avvelenati e pericolosi, ingiusti e crudeli come lo stesso albero che li ha prodotti: quello della discriminazione razzista padana che per un piatto di voti non esita a svendere i principi democratici, oltre a quelli del buon senso.

Così oggi a temere per la propria salute è una intera comunità, nel caso specifico quella di Bari, dove una prostituta nigeriana irregolare si è ammalata di tubercolosi polmonare, ma per paura di essere denunciata all'autorità giudiziaria non si è recata nelle strutture mediche per farsi curare. A Joy Johnson, che aveva 24 anni, la notizia dell'iniziativa leghista deve essere arrivata come qualcosa di compiuto e definitivo, tanto da spingerla a chiudersi nell'ombra della malattia temendo di essere denunciata dal medico ed espulsa. Per questo ha scelto di non recarsi in ospedale, fino a compromettersi irrimediabilmente la vita, rischiando di aver diffuso una malattia oggi curabile, un tempo letale. Soccorritori, clienti, compagni del centro d'accoglienza (il Cara di Bari-Palese dove si concentrano i richiedenti asilo) in cui per un mese Joy ha vissuto, sono ora esposti al rischio di aver contratto la Tbc. Nel caso in cui siano irregolari come lei, e come lei scelgano per paura di non farsi curare, il pericolo di una infezione allargata diventa una conseguenza inevitabile.

Di fatto, il caso di Bari potrebbe essere la conferma di quanto da settimane sostengono le organizzazioni dei camici bianchi e le tante associazioni di volontariato: la possibilità di venire denunciati all'autorità giudiziaria da parte del referente sanitario spingerà nell'oscurità della malattia gli immigrati, costringendoli ad affidarsi ad una medicina fai da te o magari, come Joy, a non curarsi proprio. Mettendo così in pericolo la salute comune, portando il Sistema sanitario ad un esborso maggiore di denaro, perché più si accede tardi al presidio medico, più l'intervento di assistenza si complica incrementando i costi.

Arrivata a novembre nel capoluogo pugliese, la giovane nigeriana portava in sé il virus di una forma particolare di tubercolosi, che però avrebbe potuto essere curata se si fosse sottoposta ad analisi ematiche o ad una radiografia. Ma le scelte di Joy sono state altre e probabilmente ha pagato lo scotto di trovarsi in un paese che sta procedendo a tappe forzate in direzione di un buco nero del diritto, quello che si apre, come una voragine risucchiante, nella nostra società. Immigrati di fatto estromessi dall'accesso alle cure; neonati che non possono essere riconosciuti perché i genitori privi del permesso di soggiorno smettono di essere uomini e donne, padri e madri; tasse accresciute per ottenere il documento di permanenza nel nostro paese; case e lavoro garantiti agli italiani: il decreto sicurezza e le politiche per uscire (da destra) dalla crisi che la maggioranza sta perseguendo ci pongono fuori dal contesto civile, dall'idea di democrazia e umana dignità. Tanto da far scattare l'allarme (non importa quando asservito ad ambizioni personali di potere) di un politico come Fini, che proprio ieri dalla candida poltrona di Porta a Porta stigmatizzava le scelte del governo sul fronte immigrazione, ricordandoci, lui un tempo missino, che prima c'è la persona umana e poi il clandestino, che "la sicurezza è un bene primario" ma che al contempo "non può diventare un problema etnico".

Ora l'invito delle autorità cittadine è a tutti coloro che sono venuti a contatto con la giovane donna perché si rivolgano al presidio sanitario per farsi visitare e controllare. Non è allarme sociale, come ha ricordato il questore di Bari Manari, ma il caso ammonisce molti, soprattutto la politica, soprattutto la Lega. Perché è un avviso a non cadere nella logia persecutoria: la cancellazione dei diritti verso i più deboli, infatti, si ripercuotono pericolosamente su tutti. Se salta lo Stato di diritto, salta ciascuno di noi.

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