Il Tfr è salario, decidano i lavoratori e le lavoratrici come utilizzarlo

25.02.2009 13:18

di Sante Moretti

su Liberazione del 25/02/2009

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Sono anni che le organizzazioni padronali ed i guru dell'economia considerano il Tfr un istituto obsoleto, un privilegio incompatibile con una moderna contrattazione, un disincentivo della previdenza integrativa. Le organizzazioni padronali approfittando della crisi, vorrebbero mettere le mani sul Tfr dimenticando che i titolari sono i lavoratori e le lavoratrici in quanto il Tfr è salario.
Sulla proposta della presidente di Confindustria si sta facendo un grande polverone che ha l'obbiettivo di trasferire alle aziende con più di 49 dipendenti quattro miliardi e 200 milioni di Tfr versati all'Inps nel 2008 e gli altrettanti che verranno versati nel 2009.
Il Tfr del 2008 è ammontato a circa 23 miliardi e 600 milioni. Ai fondi pensione ne sono stati conferiti 3,8 miliardi. Degli altri 18 miliardi e 800 milioni (che è il Tfr di quel 75% di dipendenti privati che ha rifiutato di aderire ai fondi pensione) 15,6 sono rimasti nelle aziende con meno di 50 dipendenti e 4,2 sono stati versati alla Tesoreria dell'Inps dalle aziende con più di 49 dipendenti.
Va precisato che il Tfr sia se parcheggiato in azienda sia se trasferito all'Inps si rivaluta annualmente dell'1.50% e dello 0.75% dell'indice di aumento del costo della vita rilevato dall'Istat: è garantito ed è nella disponibilità dei titolari. Nell'anno 2008, al netto delle imposte che sono pari al 23%, il Tfr ha reso il 2.5% mentre quello versato ai fondi pensione, pur godendo di una tassazione ridotta, ha perso l'8.4%
I quattro e rotti miliardi di Tfr parcheggiati all'Inps per l'anno 2007 sono stati destinati nella misura di un miliardo e 200 milioni per la rete ferroviaria, 900 milioni per l'alta velocità, 400 all'Anas, 350 alla Difesa, 200 alla aziende in difficoltà ed il restante ad interventi vari.

Due osservazioni
I miliardi che Emma Marcegaglia propone di lasciare alle aziende verranno sottratti ai finanziamenti di interventi pubblici, alcuni discutibili come la Difesa e l'Alta Velocità, con conseguenze anche sull'occupazione. E' una proposta che agevola le sole imprese con più di 50 dipendenti ed in particolare quelle dove pochi addetti hanno aderito ai fondi pensione.
La proposta è stata accolta con entusiasmo dalle grandi aziende mai sazie del "danaro" degli altri, da economisti per i quali la Confindustria ha sempre ragione; ha incontrato l'attenzione del mondo sindacale mentre ha espresso dubbi finti o veri il ministero del Tesoro.
Vi è invece preoccupazione nelle lavoratrici e lavoratori: temono di perdere la titolarità del Tfr.

Una controproposta
Dato che per chi vive del proprio lavoro è sempre più difficile mettere insieme pranzo e cena e che la ripresa dei consumi contribuirebbe a superare la crisi, si lasci la libertà ai lavoratori ed alle lavoratrici di disporre della mensilità (Tfr) maturata nel 2008 e di quella che maturerà nel 2009. Non solo, sia data la possibilità in caso di particolari esigenze (mutui - abitazioni - malattie gravi etc.) di attingere al Tfr già maturato prima del 2008 ed accantonato in azienda. Il diritto su come utilizzare il Tfr va restituito ai lavoratori ed alle lavoratrici. Il Tfr non è una gentile concessione dei datori di lavoro ma salario.
Consultare e far decidere i titolari del Tfr sarebbe quindi cosa saggia e democratica ed è quanto dovrebbero pretendere i sindacati.

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