Sante Moretti
La manifestazione di Piazza Navona dello Spi-Cgil in questa fase della crisi economica e di messa in discussione persino del diritto di sciopero, ha avuto un profondo significato politico e morale.
I pensionati e le pensionate hanno alle spalle una vita di duro lavoro, hanno pagato sempre le tasse, hanno cresciuto con tanti sacrifici una famiglia e fatto studiare i figli che purtroppo non hanno lavoro, hanno creato ricchezza e profitti, hanno lottato per affermare i diritti (anche quelli civili), per il lavoro, per difendere la libertà più volte minacciata e la Costituzione. Sono stati i costruttori del sistema pensionistico pubblico, solidale, universale che Governo e padroni vogliono smantellare.
La maggioranza dei pensionati e delle pensionate è impegnata nel volontariato, in attività sociali e soprattutto nella cura dei nipoti ed aiutano i figli che, in molti casi, faticano a tirare avanti la famiglia.
Sono una autorità morale e lo dimostrano con la sobrietà e dignità con cui vivono e lottano insieme al mondo del lavoro ed ai meno abbienti.
E' in atto ormai da anni un attacco che si è accentuato nelle ultime settimane al sistema pensionistico. I pensionati e le pensionate sarebbero dei privilegiati, dei garantiti a scapito dei precari e disoccupati: degli egoisti. Il nostro sistema pensionistico sarebbe troppo generoso e, udite udite, causa principale della crisi economica e che solo "riformandolo" la crisi si supererebbe.
Questa offensiva, più che dai Big del governo, è guidata dalla Marcegaglia, dall'on. Casini, da Enrico Letta, da Follini, dalla Bonino, dalla Lanzillotta e da economisti e da esponenti di area Pd e Pdl nonché da notisti "noti" dei grandi quotidiani. Il ministro Brunetta ha bruciato tutti in volata e prendendo a pretesto una delle tante osservazioni della comunità europea, quasi sempre ignorate, ha avanzato una proposta precisa di aumento dell'età per il diritto alla pensione delle lavoratrici dell'impiego pubblico a partire dal 2010.
Propongono un patto tra le generazioni: più protezione (sussidi) per i disoccupati in cambio di pensioni più povere ed in età più avanzata. In soldini la riforma delle pensioni che perseguono dovrebbe fissare l'età per il diritto alla pensione di vecchiaia in 67 anni e cancellare il "privilegio" delle lavoratrici che possono pensionarsi a 60 anni; modificare i coefficienti di calcolo in quanto, dopo 40 anni di lavoro, garantiscono una pensione troppo generosa tra il 60/70 del salario e questa generosità impedirebbe lo sviluppo dei fondi pensione che nel 2008 hanno perso l'8% di quanto versato in Tfr e salario; limitare i benefici per quanti svolgono lavori particolarmente usuranti.
Sono misure che non colpiscono chi è già in pensione ma bloccano certamente qualsiasi futuro miglioramento per i pensionati che in un numero crescente stanno precipitando nella povertà.
Ricordiamo, per memoria di tutti, che le "ricche" pensioni non superano mediamente i 1.000 euro al mese, che 5 milioni di anziani ricevono meno di 500 euro al mese. Non solo, negli ultimi 10 anni il potere di acquisto delle pensioni si è ridotto di più del 20%, i servizi socio sanitari e sociali ed alla persona sono sempre più carenti anche per il taglio dei finanziamenti agli Enti Locali.
Questi anziani "privilegiati" non sono scesi in lotta solo per chiedere il recupero del potere di acquisto delle pensioni ed il finanziamento del fondo nazionale per l'autosufficienza ma per contestare le misure anticrisi (e non solo la truffa della social-card) ma soprattutto per le mancate misure a favore del lavoro precario e di chi resta disoccupato.
Chiedono che non si tocchi il diritto di sciopero, che non si smantelli il contratto nazionale di lavoro, che si colpiscano le rendite e si tassino gli alti stipendi e le pensioni d'oro. Rivendicano più risorse agli Enti Locali e respingono come una "peste" le privatizzazioni.
I pensionati e le pensionate sono una grande risorsa (esperienza - memoria - protagonismo) e si schierano senza riserva alcuna con il mondo del lavoro dipendente, con la Cgil che sta facendo argine ad un attacco senza precedenti ai diritti ed alla condizione di lavoro degli sfruttati.
Liberazione 05/03/2009
|