I "figli" di Eluana e lo"strupro" di Berlusconi

07.02.2009 17:31


Eluana, dice Berlusconi, «potrebbe persino generare un figlio». Come prova, pensa forse il premier, della sua vitalità.

Laura Eduati


Corpo inerte da diciassette lunghi anni, la donna di Lecco oggi trentottenne è stata oltraggiata, vilipesa, manipolata (il padre Beppino usa un termine durissimo, «violentata»). E tuttavia mai nessuno aveva sporcato la sua fragile intimità come il presidente del consiglio con queste esatte parole, «Eluana potrebbe generare un figlio». Parole che contengono un universo di disprezzo e disamore verso i disabili gravi, verso le donne, verso la dolorosa tragedia di una intera famiglia che da troppo tempo cerca di far valere un diritto garantito dalla Costituzione e cioè la libertà di rifiuto delle cure. Libertà, ricordiamo, che la Corte di Cassazione garantisce con una sentenza chiara e inappellabile e che oggi il governo vuole strangolare con un disegno di legge palesemente incostituzionale. Pare chiaro anche ai non addetti ai lavori che il signor Berlusconi, come dice Emma Bonino, si è lanciato in una «fanfaronata». Non importa se riuscirà a impedire la dolce morte a Eluana. Non è questo il punto.
Dire che una donna in stato vegetativo potrebbe generare un figlio equivale a stuprare il suo corpo. Equivale a considerare le donne buone per fare figli anche quando giacciono in una casa di cura da quasi vent'anni, nutrite da un sondino nasogastrico, senza qualsivoglia reazione o azione volontaria. Equivale a vedere nella persona di Eluana, inerme, soltanto la parte femminile e dunque soltanto quella materna, incubatrice non consenziente, contenitore senza riflessi né pensieri né sensazioni, utile soltanto come placenta.
Eluana probabilmente potrebbe fare dei figli ma certamente non può scegliere di farlo. Al premier questo non importa, importa l'utero funzionante, importa che il sangue scorra nelle vene, importa che possa respirare autonomamente. In poche parole, calpesta il concetto di anima, di volontà, di emozioni e riporta la vita di una donna a quella che per una mentalità ultra-reazionaria e ultracattolica è la sua funzione biologica primaria: sfornare un bambino.
Nella frase di Berlusconi si esplicita tutta la violenza di un governo che vuole scegliere al posto di Eluana e della famiglia Englaro: sceglie di tenerla in una vita vegetale, pallidissimo simulacro di una vita vera e vissuta, e sceglie soprattutto che la sua volontà di morire conta molto meno della volontà pubblica e impositiva dello Stato. Soprattutto, una volontà padronale che interviene sulla debolezza provata e privata di una donna esanime e con nessuna capacità di recupero utilizzando una argomentazione surretizia: Eluana è prima di tutto una donna, e le donne fanno figli. Punto.
Su come Berlusconi concepisse peraltro il corpo femminile e lo stupro, ne abbiamo avuto un esempio nei giorni scorsi quando disse che il governo non può prevenire tutte le violenze sessuali altrimenti «bisognerebbe mettere un militare al fianco di ogni bella donna». Concetto semplice, elementare: viene stuprata la donna bella perché è bella, cosa ci volete fare, noi maschi siamo fatti così.


Liberazione 07/02/2009

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