
Finisce l'isolamento di Cuba. Fatto storico, è la prima volta dopo 200 anni
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su Latino America del 20/12/2008
Latinoamerica e Caribe creano nuovo organismo internazionale senza gli Usa
I paesi latinoamericani e caraibici creeranno un'organizzazione permanente nella quale verranno inclusi l'attuale gruppo di Rio ed il nuovo Vertice dell'America latina e del Caribe per l'integrazione e lo sviluppo (Calc)
L'annuncio è stato dato dal presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva e da quello messicano Felipe Calderón in chiusura del mega-vertice svoltosi a Sauípe (Brasile), insieme ad altri sei presidenti latinoamericani, tra cui Hugo Chávez, Evo Morales e Rafael Correa.
Calc e il Gruppo di Rio terranno un vertice in comune nel 2010 in Messico. Ancora non si conosce il nome della nuova organizzazione. Alcuni propongono di chiamarla Organizzazione dei paesi dell'America latina e dei Caraibi - in contrapposizione alla Organizzazione degli Stati americani (Osa), guidata da Washington - e altri vogliono un nome più neutro: Unione del Latinoamerica e dei Caraibi. In ogni caso si tratta della prima organizzazione di questo tipo, esclusivamente regionale, a 200 anni dall'indipendenza della maggior parte degli Stati latinoamericani.
Lula ha definito storico il vertice di Sauípe. «Sappiamo tutti che questa crisi economica e finanziaria è l'occasione per incontrarci e fare ciò che avremmo dovuto fare molto tempo fa». «Quanto più siamo uniti», ha detto, «più possibilità avremo di essere ascoltati nel contesto mondiale e avremo maggiori possibilità di uscire da una crisi che non abbiamo provocato». Da parte sua, Calderon ha annunciato che in futuro, ogni volta che si riunirà il G20, i presidenti di Messico, Argentina, e Brasile, gli unici tre paesi latino-americani membri di tale organizzazione, terranno un incontro preliminare per coordinare le posizioni.
Il mega-vertice convocato dal Brasile si è concluso con la convinzione che in questo momento di profonda crisi economica, è necessario istituzionalizzare un foro nel quale abbiano voce esclusivamente i paesi della regione, senza la presenza di Stati Uniti ed Europa. Appare comunque evidente che le relazioni con gli Stati Uniti rimangono molto importanti per la politica latinoamericana nel suo complesso. Il Presidente boliviano, Evo Morales, ha chiesto che si esiga dal nuovo governo degli Stati Uniti la rimozione dell'embargo su Cuba, a costo di ritirare gli ambasciatori, ma Lula ha richiamato alla calma. Condivide la richiesta di fine dell'embargo, ma è stato cauto: «Ci auguriamo nuovi segnali positivi dal presidente Barack Obama, nella convinzione che le cose sono cambiate».
Il Brasile, che è arrivato al vertice con una leadership compromessa dagli scontri bilaterali con Ecuador, Paraguay e Argentina, ne è uscito rafforzato e con il pubblico apprezzamento di tutti i capi di Stato per i «grandi sforzi per rafforzare l'America Latina». Il presidente dell'Ecuador, Rafael Correa, ha continuato a difendere la questione del debito «illegittimo» con la banca brasiliana Bdnes, ma ha espresso il desiderio di far tornare a Brasilia l'ambasciatore che aveva ritirato.
Il mega-vertice di Sauípe ha dimostrato che, nonostante le difficoltà di integrazione, questo processo è uno degli strumenti a disposizione dei governi per affrontare la profonda crisi economica. Uno degli strumenti più citati è stata la creazione di una moneta unica latinoamericana, che permetterà il commercio intraregionale senza passare attraverso il dollaro o l'euro, un sistema già avviato da Brasile e Argentina.
Un altro esito positivo della riunione è il definitivo recupero di Cuba come membro del Gruppo di Rio e di ogni altro foro esclusivamente latinoamericano che può essere convocato. Il protagonismo dell'America Latina nel futuro dell'isola si tradurrà, nel primo semestre del 2009, in un insolito e lungo elenco di visite di capi di Stato nell'isola. Raúl Castro, stella del mega-vertice, riceverà all'inizio di gennaio la presidente argentina, Cristina Fernández de Kirchner, e poco dopo la cilena Michelle Bachelet. Più tardi toccherà al presidente del Messico, Felipe Calderón, e si stanno definendo le date per gli altri capi di Stato nella regione. Finisce così l'immagine di una Cuba che si relaziona quasi esclusivamente con Venezuela, Ecuador, Bolivia e Nicaragua.
E' anche evidente il desiderio, e la difficoltà, di consolidare Unasur come foro strettamente politico. Non c'è stato consenso per eleggere il segretario generale. L'argentina Cristina Fernandez dovrà rinunciare alla nomina di suo marito, l'ex presidente Néstor Kirchner, con le possibili ripercussioni sulle relazioni tra l'Argentina e l'Uruguay, che mantiene il suo veto.
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