
Fiat, la Fiom chiama il governo
di Fabio Sebastiani
su Liberazione del 20/12/2008
«Dove va la Fiat?». A porre questa domanda è la Fiom, che pochi giorni fa al tavolo del confronto si è sentita revocare l'impegno a coprire la quota di tredicesima "azzoppata" dalla cassa intregrazione del 2008. «Mai successo - dice il segretario della Fiom Gianni Rinaldini, che ieri insieme al responsabile del settore auto ha tenuto una conferenza stampa sullo stato delle relazioni sindacali - che l'azienda si rimangiasse la parola data».
Sullo sfondo c'è la crisi di settore più forte di tutto il dopoguerra, l'assetto produttivo italiano e il piano di aiuti che un po' in tutto l'occidente i governi stanno cercando di confezionare. Fino a fine febbraio gli stabilimenti del Lingotto rimarranno praticamente chiusi con sulle spalle cinquantamila lavoratori in cassa integrazione e altri cinquemila precari a cui non verrà rinnovato il contratto. Nel corso del 2008 le ore di cassa integrazione ordinaria sono state effettuate circa 6 milioni di ore di cassa nel gruppo. E le prospettive per il 2009 sono ancora più pesanti. Il caso più evidente dello scorso anno è stato la Fma di Avellino dove nel 2008 sono state effettuate 83 giornate di cassa su 220 giornate lavorative. Insomma, abbastanza per parlare di passaggio epocale.
Pagare l'integrazione alla tredicesima, alla Fiat sarebbe costato appena l'1% di quanto andranno a prendere gli azionisti con il dividendo che sarà consegnato a breve. Quindi, perché dare questo schiaffo ai lavoratori? Gianni Rinaldini un pensiero l'ha fatto. E ci tiene a precisarlo. «Nella filiera del gruppo dirigente c'è caos. - dice - C'è qualcuno che gioca a buttare benzina sul fuoco».
Che ai vertici del Lingotto si brancoli nel buio, tra segnali di interessamento della multinazionale indiana Tata e dichiarazioni di John Elkann su possibili posizioni di minoranza del Lingotto, non è un mistero per nessuno. Del resto, la crisi provocata dallo tsunami dei subprime non poteva non avere ripercussioni forti sul "bene di massa" per definizione, l'automobile. «E' come nuotare senza sapere quando potrai poggiare i piedi su un terreno solido - si legge in una intervista a Sergio Marchionne pubblicata su Automotive News Europe lo scorso 8 dicembre - perché il fondale è così instabile che, semplicemente, non puoi dire quando avrai raggiunto un punto di approdo». Nell'intervista, Marchionne delinea un quadro in cui gli "attori globali" dell'auto si ridurranno a 6, e tutti di stampo "Wal-Mart", ovvero auto a basso prezzo, e componentistica e materie prime tendenzialmente omogenee. Una produzione complessiva di circa 6 milioni di auto. «La Fiat si guarda intorno in questa nuova situazione e capisce che si ridurrà a essere un attore marginale se non si dà una mossa».
E' chiaro che una delle tessere per completare il puzzle ce l'ha in mano palazzo Chigi. E ieri la Fiom ha chiesto ufficialmente che scenda in campo. «Si apre una questione con il Governo», ha detto il segretario generale Gianni Rinaldini. Sarà in grado la Fiat di immettersi nel grande alveo della produzione di automobili ecocompatibili? Per farlo ci vogliono tante risorse e grandi capacità di innovazione. A vederla così il gruppo italiano parte molto svantaggiato. «Siamo solo all'inizio di una condizione sociale - ha sottolineato Rinaldini - che nei prossimi mesi sarà semplicemente drammatica» ed è «particolarmente grave per il settore auto». Per il leader dei metalmeccanici è quindi indispensabile un «coinvolgimento del governo, con aiuti al settore auto che non possono essere a pioggia - ha aggiunto - ma finalizzati sul terreno della ricerca e dell'innovazione» sul fronte eco-compatibile e «vincolati all'occupazione (come ha fatto la Merkel in Germania, ndr) e alle prospettive sviluppo di tutti gli stabilimenti presenti nel nostro Paese». Su questo versante, ha aggiunto, «si apre un problema di progettualità in termini di politica industriale e di mobilità sostenibile». E sembra andare in questa direzione anche la commissione lavoro della Camera che nella bozza di parere sulla legge anticrisi ieri ha scritto: «Occorre valutare l'ipotesi di introdurre appositi incentivi per le auto ecologiche e di piccola cilindrata».
La Fiom ha già annunciato che per i primi dell'anno avrà un incontro con Fim e Uilm per decidere eventuali mobilitazioni.
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