Ferrero: «La scissione decisa col vertice Pd». Scontro tra Prc e Migliore

04.02.2009 13:14

 

di Angela Mauro

su Liberazione del 04/02/2009

Lo sgambetto subìto dalle scelte del Parlamento, un giallo, un altro "mezzo giallo" e poi l'epilogo che - immancabilmente - si traduce in un ennesimo scontro a sinistra. Durissimo e forse davvero ultimativo nei rapporti tra la Rifondazione Comunista di Ferrero e Grassi e la "Rifondazione per la Sinistra" di Vendola e Giordano. Il tutto nella giornata di ieri, la Camera approva la riforma elettorale con lo sbarramento al 4 per cento alle europee, dopo la discussione mattutina interna al Pd che alla fine si ricompatta sull'intesa con il Pdl per introdurre la soglia "sbarra-strada alla sinistra". Questo è lo sgambetto. Il "giallo" lo tira fuori Walter Veltroni, che dopo aver incassato il sì (che per i dalemiani è mezzo sì) del suo partito alla riforma accordata con Berlusconi, racconta ai giornalisti che «fu Giordano a chiedermi di introdurre la soglia del 4% e ora, dopo la scissione dal Prc, dice il contrario». Giordano? Il mistero dura poche ore.
Giusto il tempo che l'ex segretario di Rifondazione smentisca: «Quando si parla con Walter Veltroni è sempre consigliabile avere dei testimoni, che fortunatamente, nel colloquio a cui allude oggi il segretario del Pd, c'erano. La ricostruzione di quel colloquio offerta da Veltroni è radicalmente falsa. Nè Franco Giordano nè nessuno dei presenti si è espresso a favore dell'introduzione di una qualsiasi soglia di sbarramento per le elezioni europee. Vorremmo dire al segretario del Pd che non sarà con trucchi di questo tipo che riuscirà a risolvere i guai in cui si trova». L'incontro con Veltroni, spiegano da Rifondazione per la Sinistra, si tenne due mesi e mezzo fa e fu il leader del Pd a chiederlo. E fu Veltroni stesso, continuano, a parlare di soglia al 3 per cento (poi diventato 4 per il compromesso con il Pdl che chiedeva il 5%) e a consigliare ai presenti (con Giordano anche Gennaro Migliore e Patrizia Sentinelli) di accettare lo sbarramento in quanto avrebbe aiutato l'unità della sinistra. «Noi gli abbiamo risposto con un no secco allo sbarramento per la semplice ragione che in Europa non servono norme anti-frammentazione: i gruppi parlamentari quelli sono e quelli restano», sottolinea Migliore.
Giallo chiarito? Forse sì, dipende dai punti di vista e certamente Ferrero non vede chiarezza. E qui arriva il durissimo scontro a sinistra. Il segretario del Prc, sulla scia delle dichiarazioni di Veltroni, sferra l'attacco (finale?) ai vendoliani. «Il Pd - dice - è il vero regista della scissione di Rifondazione. L'operazione di Vendola è stata fatta su commissione per distruggere il Prc e creare una sinistra addomesticata che faccia da copertura al centrismo di Veltroni». E non solo perchè «Veltroni sostiene di aver concordato con Giordano la soglia di sbarramento al 4 per cento». Ma anche perchè, continua Ferrero, «il Pd permette agli scissionisti di presentarsi alle elezioni senza dover raccogliere le firme al fine di togliere voti a Rifondazione Comunista». Il riferimento è all'ordine del giorno del Pd, accolto in aula dal governo, secondo cui se un europarlamentare uscente si presenta con una nuova lista ma sotto un contrassegno diverso da quello con cui è stato eletto, quella lista è esentata dalla raccolta
delle firme. «Le dichiarazioni di Veltroni e l'ordine del giorno "salva Vendola" - dice Ferrero - rendono finalmente chiaro che la scissione di Rifondazione Comunista è stata decisa in accordo con i vertici del Pd che infatti oggi se ne fa garante». La conclusione sembrerebbe mettere la parola fine alla discussione sull'ipotesi di cartello elettorale unitario della sinistra per le europee, proposto dai vendoliani. Dice Ferrero che «il problema non è se unire la sinistra o no, ma è se fare una sinistra subalterna al Pd o una sinistra in grado di avere un suo progetto e una sua autonomia strategica. Noi siamo impegnati su questa seconda strada».
«Ossessionato, paranoico», Migliore gliene manda a dire a Ferrero. Non se la tengono i vendoliani e rilanciano. «Non ha ancora capito che il vero motivo della scissione è lui. Dà per scontato che Veltroni dica la verità. Che fa? Gli crede solo quando ci attacca? Noi chiederemo il voto utile in alternativa al Pd. Ferrero non so a chi li chiederà i voti. In realtà, Ferrero si comporta come Veltroni, c'è la stessa cultura del sospetto degna del peggiore stalinismo».
Ora che il 4 per cento è "mezza- legge" (c'è da aspettare l'esame del Senato, che però non sembra presentare problemi), la sinistra ci va separata alle Europee? Se gli scissionisti di Vendola sembrano più che avviati al cartello unitario con Sd, Verdi e parte del Pdci non dilibertiano, il segretario dei Comunisti Italiani ribadisce il suo desiderio di «unità con Rifondazione». Ferrero non ha ancora risposto e rimanda la discussione a quando la riforma sarà approvata in via definitiva. Ma si sa - dal congresso di Chianciano - che una parte della sua maggioranza (Giannini) coltiva gli stessi progetti di Diliberto. E magari c'è anche chi non disdegnerebbe una corsa solitaria con il simbolo di Rifondazione. Nel partito però è rimasta una parte di Rifondazione per la sinistra che spinge per il cartello. Ed è in corso proprio in questi giorni la discussione sulla sostituzione dei vendoliani scissionisti negli organismi dirigenti. Quelli rimasti nel partito chiedono di subentrare al posto dei colleghi di area che si sono dimessi. La scelta finale sarà decisiva anche in vista della discussione sul come correre per il Parlamento di Strasburgo.
C'è anche il "mezzo giallo", si diceva. In serata, un lancio dell'Ansa parla di una proposta comune da parte di Vendola e del presidente della Sicilia Raffaele Lombardo per un «cartello dei governatori del sud da presentare alle europee». «Un altro veleno per cercare di toglierci voti», commenta Migliore. E Vendola smentisce: «Notizia inventata, destituita di qualunque credibile fondamento visto che tra i governatori del Sud c'è chi milita nel centrodestra e chi milita nel centrosinistra. Non è in corso alcun lavoro dei governatori del Sud che abbia come obiettivo la costruzione di un cartello da presentare alle prossime elezioni europee».

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