
Europee, prove di dialogo tra Rifondazione e PdCI
di Checchino Antonini
su Liberazione del 21/02/2009
Ferrero: «Il nostro simbolo a disposizione per una lista unitaria»
E' l'appartenenza al Gue/Ngl la condizione del Prc per una lista unitaria della sinistra alle elezioni europee. «Il gruppo unitario della sinistra europea è il riferimento per la gauche antiliberista, ambientalista, femminista e comunista. La direttiva Bolkestein, emblema della guerra tra poveri, è stata votata assieme da socialisti e popolari europei», spiega a Liberazione , Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista, pensando al consociativismo del Pse di Strasburgo (si veda la recentissima direttiva Fava che "punirà" chi sfrutta un migrante senza permesso facendogli pagare il biglietto per rimpatriare il lavoratore) o al trasversalismo del gruppo verde che si dichiara né di destra, né di sinista.
Da settimane, il leader del Prc è impegnato nella fase di ascolto di realtà politiche e sociali in vista delle prossime europee. L'assemblea di stamattina a Roma (al Rialto S.Ambrogio dalle 10 alle 14), promossa associazioni e singoli della Sinistra europea, è uno dei passaggi di questo lavorìo che sta coinvolgendo comitati, centri sociali, sindacati confederali e autorganizzati, associazioni di consumatori e partiti. «Per rafforzare questa proposta mettiamo a disposizione il simbolo di Rifondazione comunista che è, fino a prova contraria, il simbolo che dopo lo scioglimento del Pci ha caratterizzato la presenza di una sinistra degna di questo nome. Lo mettiamo a disposizione, non lo imponiamo. Lo discuteremo con tutti, con due attenzioni: sapendo che le improvvisazioni dei simboli in campagna elettorale si pagano care. In secondo luogo per noi la falce e martello, la parola comunismo, non è un peso; anzi pensiamo che, nella situazione disastrosa in cui è ridotta la sinistra in Italia, sia un risorsa.
In questa direzione, già ieri, è da registrare un momento di convergenza tra il Prc e il Pdci.
Ospiti del XXXIV incontro semestrale del Nelf, il Forum della nuova sinistra europea (in pratica quasi tutte le sigle del Gue meno i greci del Kke più gli invitati dal Medio Oriente e dall'America Latina), Ferrero e Oliviero Diliberto si sono confrontati a partire dall'idea di Europa, la «dimensione minima in cui si organizza il capitalismo globalizzato, l'Europa», come ha detto il segretario del Pdci, che dovrà essere «la dimensione minima su cui essere efficaci», gli ha ribattuto Ferrero. Terreno comune di analisi lo svelamento della maschera europea per brutali politiche regressive, dal trattato di Maastricht fino alla direttiva Bolkestein, che hanno minato il compromesso sociale noto come modello sociale europeo. La crisi di sistema del capitalismo, è stato segnalato, può essere un'occasione per rilanciare la «missione dei comunisti» (Diliberto) e stimolare sbocchi progressivi e di sinistra come nel Cono Sur del continente americano.
Così com'è, l'Europa è uno strumento aggressivo e poco democratico, subalterno alle politiche Usa. «Un contesto decisamente più arretrato che in America Latina - spiega il segretario Prc - l'Ue è nata nella fase alta del liberismo e l'ha costituzionalizzato». La crisi potrebbe avere sia «un'uscita da sinistra, sia l'aspetto di guerra tra poveri su cui le destre stanno lavorando». Le lezioni "latinoamericane", per Ferrero, vanno rintracciate nella «capacità di ripartire dal basso, nei processi di partecipazione popolare, nell'idea di coalizione che supera l'idea europea di partito unico». Per entrambi l'Europa non è una questione di politica estera. E' lì che si può agire per la riconversione della Bce, per reclamare una centralità dell'intervento pubblico. Per fare «il contrario della Bolkestein»: welfare per chi perde il lavoro, lotta ai paradisi fiscali, aumento della fiscalità sulle rendite e sulle transazioni finanziarie, fuoriuscita dalla subalternità alla Nato e ricerca di un ruolo di pace per un'Europa capace di guardare a Est e al Mediterraneo.
Diliberto rilancia il messaggio del congresso del suo partito, quello della riunificazione secca dei partiti comunisti ma conferma che, finora, non s'è definito né simbolo, né lista. Che si vada assieme alle europee lo dà al 99%. Ferrero ribadisce la contrarietà a utilizzare la "bicicletta" (i simboli appaiati) sulla scheda elettorale e conferma la domanda di unità (non di riunificazione) che emerge da questa fase di monitoraggio.
A leggere il labiale dello scambio di battute tra i due segratari, a margine del convegno, è facile captare questo messaggio: «Il tempo stringe».
di Checchino Antonini
su Liberazione del 21/02/2009
Ferrero: «Il nostro simbolo a disposizione per una lista unitaria»
E' l'appartenenza al Gue/Ngl la condizione del Prc per una lista unitaria della sinistra alle elezioni europee. «Il gruppo unitario della sinistra europea è il riferimento per la gauche antiliberista, ambientalista, femminista e comunista. La direttiva Bolkestein, emblema della guerra tra poveri, è stata votata assieme da socialisti e popolari europei», spiega a Liberazione , Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista, pensando al consociativismo del Pse di Strasburgo (si veda la recentissima direttiva Fava che "punirà" chi sfrutta un migrante senza permesso facendogli pagare il biglietto per rimpatriare il lavoratore) o al trasversalismo del gruppo verde che si dichiara né di destra, né di sinista.
Da settimane, il leader del Prc è impegnato nella fase di ascolto di realtà politiche e sociali in vista delle prossime europee. L'assemblea di stamattina a Roma (al Rialto S.Ambrogio dalle 10 alle 14), promossa associazioni e singoli della Sinistra europea, è uno dei passaggi di questo lavorìo che sta coinvolgendo comitati, centri sociali, sindacati confederali e autorganizzati, associazioni di consumatori e partiti. «Per rafforzare questa proposta mettiamo a disposizione il simbolo di Rifondazione comunista che è, fino a prova contraria, il simbolo che dopo lo scioglimento del Pci ha caratterizzato la presenza di una sinistra degna di questo nome. Lo mettiamo a disposizione, non lo imponiamo. Lo discuteremo con tutti, con due attenzioni: sapendo che le improvvisazioni dei simboli in campagna elettorale si pagano care. In secondo luogo per noi la falce e martello, la parola comunismo, non è un peso; anzi pensiamo che, nella situazione disastrosa in cui è ridotta la sinistra in Italia, sia un risorsa.
In questa direzione, già ieri, è da registrare un momento di convergenza tra il Prc e il Pdci.
Ospiti del XXXIV incontro semestrale del Nelf, il Forum della nuova sinistra europea (in pratica quasi tutte le sigle del Gue meno i greci del Kke più gli invitati dal Medio Oriente e dall'America Latina), Ferrero e Oliviero Diliberto si sono confrontati a partire dall'idea di Europa, la «dimensione minima in cui si organizza il capitalismo globalizzato, l'Europa», come ha detto il segretario del Pdci, che dovrà essere «la dimensione minima su cui essere efficaci», gli ha ribattuto Ferrero. Terreno comune di analisi lo svelamento della maschera europea per brutali politiche regressive, dal trattato di Maastricht fino alla direttiva Bolkestein, che hanno minato il compromesso sociale noto come modello sociale europeo. La crisi di sistema del capitalismo, è stato segnalato, può essere un'occasione per rilanciare la «missione dei comunisti» (Diliberto) e stimolare sbocchi progressivi e di sinistra come nel Cono Sur del continente americano.
Così com'è, l'Europa è uno strumento aggressivo e poco democratico, subalterno alle politiche Usa. «Un contesto decisamente più arretrato che in America Latina - spiega il segretario Prc - l'Ue è nata nella fase alta del liberismo e l'ha costituzionalizzato». La crisi potrebbe avere sia «un'uscita da sinistra, sia l'aspetto di guerra tra poveri su cui le destre stanno lavorando». Le lezioni "latinoamericane", per Ferrero, vanno rintracciate nella «capacità di ripartire dal basso, nei processi di partecipazione popolare, nell'idea di coalizione che supera l'idea europea di partito unico». Per entrambi l'Europa non è una questione di politica estera. E' lì che si può agire per la riconversione della Bce, per reclamare una centralità dell'intervento pubblico. Per fare «il contrario della Bolkestein»: welfare per chi perde il lavoro, lotta ai paradisi fiscali, aumento della fiscalità sulle rendite e sulle transazioni finanziarie, fuoriuscita dalla subalternità alla Nato e ricerca di un ruolo di pace per un'Europa capace di guardare a Est e al Mediterraneo.
Diliberto rilancia il messaggio del congresso del suo partito, quello della riunificazione secca dei partiti comunisti ma conferma che, finora, non s'è definito né simbolo, né lista. Che si vada assieme alle europee lo dà al 99%. Ferrero ribadisce la contrarietà a utilizzare la "bicicletta" (i simboli appaiati) sulla scheda elettorale e conferma la domanda di unità (non di riunificazione) che emerge da questa fase di monitoraggio.
A leggere il labiale dello scambio di battute tra i due segratari, a margine del convegno, è facile captare questo messaggio: «Il tempo stringe».
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Gaza - Fermiamo il massacro
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