Checchino Antonini
I colpi di scena lo inseguiranno per tutta la giornata, si simula perfino un golpe speculando sulla vita di sua figlia. Per Beppino Englaro è un «tormento senza fine». Si dice sconvolto dalla «violenza inaudita» che è costretto a registrare su sua figlia Eluana, in stato vegetativo da 17 anni ma ostaggio delle messe in scena degli ultrà cattolici, dei dictat delle gerarchie vaticane, delle prove di forza un governo autoritario e violento. Ma Beppino riesce a tener fede alla scelta del silenzio. D'altronde, nei suoi panni, è convinto di poter «sopportare tutto: cos'altro ha da patire una persona che ha perso un figlio?». Già, è arduo immaginare un dolore più forte del suo. Quello che conta, ripete, «è la volontà di Eluana» che, da ieri, ha iniziato concretamente il suo ultimo cammino dopo anni di battaglie legali. Ma è un percorso che sembra interrompersi da un momento all'altro. Il decreto con cui il governo prova a imporre la vita artificiale, però, non è stato controfirmato dal Quirinale. E il disegno di legge potrebbe arrivare dopo l'epilogo della vicenda. Il braccio di ferro tra Napolitano e Berlusconi, e poi tra quest'ultimo e Fini fa arrivare la sua eco a Lecco dove vive la famiglia Englaro. Beppino avrebbe voluto essere a Udine, a fianco di sua figlia. Ma nella sua vita c'è un'altra tragedia: una moglie ammalata gravemente. «Ma dove vogliono arrivare?», si domanda ancora commentando le notizie, «siamo solo due genitori stravolti e una figlia».
A Udine c'è il legale di famiglia, Giuseppe Campeis: «Il decreto - spiega - non ha la firma di Napolitano. Andiamo avanti con il protocollo». Ossia con la riduzione progressiva di acqua e cibo fino a domenica, quando sarà sospesa ogni somministrazione. Dal suo studio di Via Dante, annuncia la presa d'atto delle indagini della procura di Udine. Si tratta di accertamenti e verifiche sugli esposti e le denunce giunti in questi giorni sulla vicenda di Eluana. E' il procuratore generale della città friulana, Beniamino Deidda, ad avvertire che i suoi pubblici ministeri non attueranno «alcuna iniziativa che possa eludere o ritardare la doverosa attuazione di quanto disposto dalla Cassazione. Vuol dire che «sono prive di fondamento» le notizie circolate in queste ore. Non ci sarà alcun sequestro preventivo della stanza di Englaro, né delle apparecchiature sanitarie, né alcuno stop all'attuazione del decreto della corte d'appello di Milano che autorizza l'interruzione dell'alimentazione e dell'idratazione per la trentottenne che tutti conosciamo dalle foto che fissano per sempre il suo sorriso di quando aveva 21 anni. Da allora vive una «non vita» su cui si accaniscono il centrodestra al potere e la sottocultura del fondamentamentalismo cattolico. Tra le decine di esposti, che la Procura sta «attentamente valutando», quello di Pietro Crisafulli, fratello di Salvatore che risvegliò dopo due anni di vita allo stato vegetativo, e quelli di alcuni legali che, con accenti diversi, chiedono ai pm di intervenire per impedire che si commetta quello che ritengono essere reato, «l'omicidio in una delle sue diverse configurazioni». Si contesta l'effettivo consenso della donna alla sospensione dell'alimentazione e si insiste che i medici della casa di riposo non siano esonerati, dalla corte d'Appello di Milano, dall'obbligo di intervenire per evitarne la morte. Tuttavia, è l'avvocato degli Englaro a ricordare l'istruttoria molto ampia con cui la stessa corte milanese aveva sentito diversi testimoni sulla volontà effettiva di Eluana Englaro.
In Procura spiegano che le indagini non riguardano il contenuto della sentenza passata in giudicato. Sarebbe «giuridicamente inconcepibile», ha confermato Deidda e il pm Bianciardi avrebbe disposto le verifiche per stabilire la corrispondenza tra le prescrizioni del decreto milanese e quello che faranno la casa di riposo La Quiete, l'Asl Medio Friuli e l'associazione "Per Eluana". «Dunque noi andiamo avanti nella legalità - continua l'avvocato degli Englaro - il procuratore è stato molto preciso e ha detto di non vedere reati commessi o in corso di esecuzione». E gli ispettori del ministro Sacconi non possono avere «poteri inibitori» commenta ancora Campeis. Tra l'altro si sta operando al di fuori del servizio nazionale sanitario ma Sacconi non rinuncia alla sua dose di accanimento rivendicando i caratteri di necessità e urgenza alla base della decretazione e la spedizione di ispettori non si sa bene a far cosa.
D'altra parte un intervento della procura, così come ipotizzato dalle fughe di notizie (o dall'invenzione delle notizie) si sarebbe configurato come un abuso di potere pari a quello del governo che, inervendo su un caso singolo con un decreto, avrebbe mandato a farsi benedire l'universalità delle norme giuridiche. Ma sono parole di giuristi che si perdono nel ronzìo delle preghiere che si consumano di fronte alla Quiete dove continua l'ostentazione di sofferenze umane da parte di ultrà cattolici di avrie sigle e osservanze. Sulle onde medie della Radio Vaticana il vescovo di Udine, Pietro Brollo insiste a chiedere uno stop al protocollo per ragionare «con più calma» sulla legge sul testamento biologico. E quindi per vietare per sempre la possibilità di sospendere acqua e cibo a chi versi nelle condizioni di Eluana. Sarebbe la "non-vita" eterna.
Liberazione 07/02/2009
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