
Crisi, boom disoccupati. Tremonti: "Dati ansiogeni"
di Fabio Sebastiani
su Liberazione del 11/03/2009
Occupazione in caduta libera nel nostro Paese. A dirlo sono i dati su chi viene espulso dal ciclo produttivo: ben 117mila "senza lavoro" in più a febbraio 2009 rispetto allo stesso mese del 2008. In pratica, stando a quanto comunica l'Inps, tra gennaio e febbraio 2009, 370.561 lavoratori hanno perso il posto di lavoro e hanno presentato la domanda di indennità: il 46,13% in più rispetto a dodici mesi fa. Ma c'è un'altro dato che mette a nudo la gravità della crisi e la contemporanea inanità dell'esecutivo di centrodestra, quello sulla cassaintegrazione. In Lombardia, secondo quanto denuncia la Cisl, a partire da oggi stesso «le domande istruite nei territori non hanno più copertura. E gli ammortizzatori in deroga? «Ancora non sono arrivati», risponde ancora la Cisl. Ecco quale è la realtà del disastro italiano nella crisi globale. Con buonapace del ministro Frattini che ancora ieri, per compiacere al "tranquillismo" lanciato dal presidente del Consiglio («se peggiora penseremo ai disoccupati»), ha invitato gli italiani a «non impiccarsi ai datti sulla crisi». Il ministro Tremonti, intanto, fa sapere che i "nove miliardi" stabiliti per gli ammortizzatori sociali vanno più che bene. E il boom di domande di sussidi? «Domande ansiogene», ha tagliato corto, senza chiedersi per un momento che forse è più ansiogeno viverla la condizione di "senza lavoro" che parlarne. «Questo ossessivo, martellante atteggiamento lo trovo distruttivo, non per me ma per voi. State segando il ramo su cui state», ha detto al termine dell'Ecofin a Bruxelles, rispondendo alle domande dei giornalisti sulle nuove cifre. «Continuiamo a essere in terra incognita - ha aggiunto Tremonti - una situazione difficile che non ha precedenti storici, non c'è mai stata una così violenta alterazione degli schemi».
I dati sulle richieste di disoccupazione giunte all'Inps «fanno paura» alla Cgil, invece. «E purtroppo ci danno ragione - commenta la segretaria nazionale Sussanna Camusso - sui ritardi che si sono registrati sugli ammortizzatori sociali, determinando la perdita di centinaia di migliaia di posti di lavoro». Per la Camusso, «i dati sono sottostimati perchè mancano quei lavoratori più giovani dal punto di vista del rapporto di lavoro che non hanno diritto all'indennità». A questo punto, «sarebbe un bene non fingere che la crisi non c'è, facendo invece ciò che serve: un tavolo di confronto dove si affronti come salvaguardare l'apparato produttivo attraverso una vera politica industriale».
Il Prc invita l'esecutivo a «dare immediatamente la cassa integrazione» a questa massa di disoccupati, come ad estendere la cassa integrazione «a tutti coloro che perdono il posto di lavoro».«Non è accettabile infatti - aggiunge il segretario del Prc Paolo Ferrero - che chi lavora in piccole o piccolissime imprese, in società cooperative o in qualità di lavoratore interinale abbia meno diritti di altri lavoratori meglio tutelati. Non è accettabile perchè, oltre al danno, vorrebbe dire per loro subire la beffa».
Contrariamente agli annunci-spot di Berlusconi, che ieri ha parlato di un presunto "svuotamento" dei magazzini dei concessionari di auto, il settore non sembra reagire in modo convincente nemmeno agli stimoli degli incentivi. A denunciarlo è la Fiom. Per il segretario generale Fiom Cgil nazionale, Gianni Rinaldini, «così come li hanno fatti tutti i Paesi, servono per due mesi» e «solo per alcuni prodotti» ma non «ad uscire dalla crisi». Per il leader della Fiom, gli incentivi statali servono «essenzialmente» per «la Panda, la Cinquecento e la Grande Punto a metano» ma «sugli altri stabilimenti non hanno alcun effetto». Il leader della Fiom ha chiesto un tavolo di confronto su tutto il comparto Fiat. «Noi pensiamo di arrivare ad una manifestazione nazionale - h adetto - di tutto il comparto: dalla filiera agli stabilimenti Fiat».
Le richieste giunte all'Inps riguardano la disoccupazione ordinaria, a requisiti ridotti e speciale. Quella ordinaria spetta ai lavoratori licenziati, ma anche sospesi da aziende colpite da eventi temporanei, come la mancanza di lavoro, di commesse, di ordini o per crisi di mercato. Per ottenerla bisogna essere assicurati all'ente da almeno due anni e avere almeno 52 contributi settimanali nel biennio precedente la data di cessazione del rapporto di lavoro. L'indennità con i requisiti ridotti spetta ai lavoratori che non hanno 52 contributi settimanali negli ultimi due anni, ma che nell'anno precedente hanno lavorato almeno 78 giornate. L'indennità speciale interessa l'edilizia ed è una prestazione riservata ai lavoratori del settore quando termina l'attività aziendale, c'è una riduzione di personale o un cantiere viene ultimato.
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