
Crescita sottozero l'Italia affonda
di Roberto Tesi
su Il Manifesto del 03/03/2009
Nel 2008 il Prodotto dell'Italia è diminuito dell'1%. E'la maggiore flessione dal 1975. E rifà capolino l'inflazione. Per Epifani il governo deve fare molto di più. Peggiorano anche i conti pubblici: il rapporto deficit/pil al 2,7%. Scende la pressione fiscale, ma non quella sul lavoro dipendente
Va sempre peggio: nel 2008 il Pil italiano è diminuito dell'1,0%, contro un dato provvisorio che lo dava in flessione dello 0,9% e, soprattutto, una previsione governativa del -0,6%. Bisogna tornare indietro di 23 anni (al 1975) per trovare una caduta così ampia del prodotto interno lordo. Purtroppo il 2009 andrà anche peggio: secondo tutti i maggiori centri di ricerca il Pil dovrebbe registrare una caduta compresa tra il 2,5 e il 3 per cento. Mentre il governo tace, Guglielmo Epifani, segretario generale della Cgil, ha commentato«una cosa è certa: il 2008 è andato peggio del previsto, il 2009 andrà peggio delle previsioni che fanno Governo e Confindustria, e per il 2010 nessuno sa come andrà, ma certo la situazione si aggrava. Ci vuole - aggiunge - uno sforzo maggiore per affrontare la crisi: questa situazione richiede un intervento del Governo maggiore in termini qualitativi e quantitativi».
L'Italia, assieme al Giappone (-0,7%) è l'unico paese industrializzato che ha chiuso i conti del 2008 con una discesa del Pil. Negli altri maggiori paesi, infatti, sulla base dei dati finora disponibili, il prodotto lordo è aumentato dell'1,3% in Germania, dell'1,1% negli Stati Uniti, dello 0,7% nel Regno Unito e in Francia. Come si è arrivati a questa contrazione?
I dati Istat sono di semplice lettura e indicano che sul versante della formazione del prodotto (1.572,24 miliardi a prezzi correnti) il calore aggiunto dell'industria in senso stretto è diminuito del 3,2%; quello del costruzioni dell'1,2% e quello dei servizi dello 0,2%. Solo il valore aggiunto del settore primario (agricoltura e pesca) ha fatto registrare una crescita del 2,4%, ma il peso sul Pil è irrisorio. Sul fronte degli impieghi, l'Istat segnala una contrazione dello 0,5% dei consumi finali nazionali (ma la flessione sale allo 0,9% per la spesa delle famiglie residenti). Gli investimenti fissi lordi sono diminuiti del 3%, con un -5,3% per quanto riguarda quelli in macchinari e attrezzature e -2,1% per i trasporti. In caduta del 3,7% le esportazioni di beni e servizi, mentre le importazioni sono scese del 4,5% a dimostrazione di una domanda interna che non tira.
Ieri l'Istat ha anche comunicato i dati di finanza pubblica che saranno inviati alla Ue a verifica del Patto di stabilità. Il rapporto tra deficit e Pil, sempre per il 2008, si è attestato al 2,7%. Nelle ultime stime ufficiali del governo, quelle contenute nell'aggiornamento del Programma di stabilità, il rapporto deficit-Pil per il 2008 era al 2,6%. Nel 2007 il deficit si era invece attestato all'1,5%. Peggiora anche l'avanzo primario. L'anno scorso, secondo l'Istituto di statistica, il saldo primario (indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche al netto della spesa per interessi) è stato pari al 2,5% del Pil, un dato inferiore rispetto al 3,5% del 2007. E non è un buon risultato.
Per quanto riguarda la pressione fiscale nel 2008 è stata del 42,8%, inferiore di tre punti decimali rispetto all'anno precedente quando era risultata pari al 43,1%. Dietro il dato della diminuzione fiscale c'è forte puzza di una ripresa alla grande dell'evasione fiscale. Il dato, infatti, è il risultato dell'aumento delle imposte dirette ( 3,5%) e dei contributi sociali effettivi ( 4,7%), incrementi legati agli aumenti contrattuali siglati nell'anno. Le imposte indirette hanno registrato una flessione del 5,1%. L'andamento negativo per quanto riguarda le imposte indirette, spiega l'Istat, ha risentito degli effetti del «rallentamento ciclico nell'ultima fase dell'anno nonché di alcune modifiche normative, per il 2008, in particolare con riferimento all'Ici - si dovrebbe trattare di 2,5 miliardi - e all'Irap». Tuttavia, appare decisamente basso il gettito Iva, visto che il Pil in termini monetari è in ogni caso aumentato.
Ieri l'Istat ha anche pubblicato i dati preliminari sull'andamento dei prezzi al consumo in febbraio. Ne risulta che l'inflazione ha ripreso a crescere: +0,2% nel mese; +1,6% rispetto al febbraio 2008, la stessa variazione di gennaio. L'inflazione al netto dei prodotti energetici si è attestata al +2,2% (+2,3% a gennaio). Il prezzo della pasta di semola di grano duro è sceso dell'1,8% rispetto a gennaio con un tendenziale del +16,5%, rispetto al +25,4% di gennaio. Il tutto è avvenuto dopo la condanna di più di 20 produttori da parte dell'Anti-trust.
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