Cassa integrazione boom a dicembre: +525%

08.01.2009 13:22

di Fabio Sebastiani

su Liberazione del 08/01/2009

La cassa integrazione ordinaria a dicembre ha fatto un vero e proprio boom, segnando un incremento del 525% rispetto allo stesso mese del 2007. Il dato non ha suscitato più di tanto scalpore. La prolungata chiusura della Fiat per tutto il periodo delle ferie ha dato indubbiamente un forte contributo a questo record negativo. Comunque, il 2008 si chiude con un balzo del 24,5%. Proprio ieri, tra l'altro, la Fiat ha annunciato che nelle prime due settimane di febbraio gli ammortizzatori sociali interesseranno anche 2.000 impiegati circa degli stabilimenti Powertrain di Mirafiori. «Questo conferma che la crisi è ben lungi dall'essere conclusa», afferma il segretario generale della Fiom torinese, Giorgio Airaudo, che torna a chiedere l'intervento del governo a tutela del mercato automobilistico.
Numeri, questi, che mettono una pietra tombale sui provvedimenti del Governo contro la crisi in via di approvazione al Parlamento. E' davvero poco consolatorio ripiegare, come fa il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi, sulla diminuzione della cassa integrazione straordinaria.
Intanto, c'è chi si esercita nelle ipotesi più fantasiose, come quella di alzare l'età pensionabile per poter finanziare gli ammortizzatori sociali. A farlo è stato un pezzo da novanta dello schieramento liberista, Lorenzo Bini Smaghi. L'uomo che ha sostituito Padoa Schioppa nel board della Bce a Francoforte, dalle colonne di Repubblica propone un nuovo patto sociale che consenta di "tirare a campare" senza troppi danni, e senza costringere le aziende e le banche a tirare fuori un euro.
Insomma, a pagare la crisi devono essere lavoratori e pensionati.
In uno scenario come questo, è scoraggiante l'inadeguatezza del Governo, che sul piatto della bilancia ci mette poco meno di un miliardo, quando ne servirebbero almeno dieci volte tanto, e in parte rastrellato dai fondi speciali europei sotto forma di piani di formazione professionale. «Sui destini dei lavoratori - ha dichiarato ieri il segretario del Prc Paolo Ferrero - il Governo fa solo chiacchiere e parole al vento, per lo più in televisione mentre per quanto riguarda banche e banchieri è accorso immediatamente in loro aiuto». «Per arginare la crisi è necessario ben altro - continua Ferrero - sostenere i consumi, sopratutto, il che vuol dire prendere una misura semplice e immediata: aumetnare salari e pensioni, ma anche definire un forte e rinnovato intervento pubblico per una seria e durevole riconversione ambientale dell'economia, come pure definire un grande piano nazionale per la ristrutturazione delle scuole italiane, l'unica grande opera che andrebbe subito fatta».
Che la crisi sia ormai in corso di svolgimento e che non ci sia più tempo da perdere ne sono convinti anche gli imprenditori. Secondo il servizio Studi e Ricerche di Intesa San Paolo, il bilancio delle esportazioni dei distretti italiani chiuderà il 2008 con un calo non inferiore al 5%, ovvero la peggior performance dei distretti dal 1990 ad oggi. Sempre secondo lo stesso rapporto, qualora i ritardi nei pagamenti venissero dilazionati di 10 giorni nei diversi settori, il fabbisogno finanziario del manifatturiero italiano sarebbe di circa 6 miliardi, cioè il 5,1% degli impegni a breve termine. Ad accusare l'impatto più rilevante sarebbero le imprese della farmaceutica, dei prodotti in metallo, dell'elettrotecnica e della meccanica, mentre ad incontrare maggiori difficoltà sarebbero i mobili e gli altri beni intermedi.
Critiche al Governo, seppur velate, arrivano anche dalla Confindustria. Federica Guidi, presidente dei giovani di Confindustria, parla di carenze nel settore delle infrastrutture. «Parlo sopratutto di quello che serve alla pmi, perché la piccola e media impresa non può più fare a meno del mercato interno e infrastrutture s9ignificano non solo strade, ma banda larga e tecnologie, servizi che aiutino la piccola e media impresa».
In totale, nel 2008, le ore complessive di cassa integrazione sono state 223 milioni. Sacconi, pur di difendere l'operato del Governo, ha sostenuto che negli ultimi 28 anni il numero totale delle ore di cassa integrazione è stato inferiore a quello del 2008 solo 5 volte, tra il 1997 e il 2001. «Tra il 1980 e il 1996, addirittura, ci sono stati valori assai superiori tanto che nel 1984 sono stati raggiunti gli 800 milioni di ore di cig», ha commentato il ministro. I dati di dicembre sulla Cig «sono certamente molto pesanti ma non irreversibili», occorre quindi evitare che «la crisi peggiori ulteriormente causando tracolli industriali, licenziamenti, disoccupazione», avverte invece il segretario confederale della Cisl, Giorgio Santini che chiede quindi al governo di agire, «con concretezza e tempestività».

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