Caos Alitalia, 135 voli cancellati E sul partner il governo si divide

09.01.2009 16:47

 

Lufthansa si ripropone con una lettera al premier. Bossi: «Su Malpensa garanzie da Berlusconi». A Fiumicino lavoratori in corteo

 

Roberto Farneti
Lavoratori in corteo a Fiumicino, 135 voli cancellati, passeggeri infuriati, mentre la politica litiga sui destini di Malpensa e su chi debba essere il partner della nuova Alitalia. A cinque giorni dal debutto ufficiale, fissato per il 13 gennaio, la sensazione è quella di trovarsi di fronte a un film già visto. La privatizzazione non sembra avere risolto i problemi storici della ex compagnia di bandiera, che nel frattempo è stata ridimensionata. In compenso, si sa già che è servita per dare il via a un'operazione truffaldina in cui a rimetterci sono il paese e i lavoratori.
Altro che "italianità" da difendere: con l'ingresso di Air France nel capitale di Cai con una quota del 25%, saranno i francesi ad assumere il timone operativo dell'azienda e, di conseguenza, ad avere in mano le chiavi del trasporto aereo nel nostro paese. In sostanza, il governo Berlusconi è arrivato allo stesso risultato a cui voleva arrivare il governo Prodi. Con la differenza che, rispetto alla prima offerta d'acquisto formulata dai Air France, gli italiani si sono dovuti accollare tre miliardi di euro di debiti e gli esuberi sono almeno tremila in più. Un bel risultato, non c'è che dire...
L'Alitalia avrà Roma Fiumicino come aeroporto di riferimento, perché questa scelta ha una logica dal punto di vista industriale e corrisponde ai desideri di Parigi, come hanno spiegato l'altro giorno i vertici di Cai al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. L'alzata di scudi della Lega Nord nel tentativo di ribaltare una decisione già presa, sembra perciò rientrare nel copione di una forza politica che suona la grancassa a fini elettoralistici. Così come la lettera inviata ieri da Lufthansa al governo e all'azienda, in cui la compagnia tedesca avrebbe ribadito il proprio interessamento per il mercato italiano senza però «fare alcun accenno - chiarisce Berlusconi - a contenuti di prezzo che sarebbe disposta ad investire» sembra una mossa tardiva. «Da uomo di impresa - conferma il premier - dico che c'è una trattativa molto avanzata con Air France che ha raggiunto un punto molto positivo per la compagnia». Malgrado ciò, lo stesso Berlusconi invita Roberto Colanno a prendere in esame la candidatura di Luthansa qualora essa «dovesse presentare un'offerta più vantaggiosa di quella di Air France». Il problema sono i tempi: la nuova Alitalia parte martedì prossimo e per lunedì è stato convocato il cda di Cai per valutare la proposta di partnership che oggi stesso verrà approvata dal cda di Air France.
L'unica possibilità per la politica di interferire nella decisione di Cai sarebbe un intervento del governo. Il quale però è diviso al proprio interno, come dimostrano le versioni opposte degli incontri che si sono svolti ieri a Palazzo Grazioli rilasciate dagli esponenti della maggioranza. Alleanza nazionale, per bocca del ministro della Difesa Ignazio La Russa, del sindaco di Roma Gianni Alemanno, e del presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri, sposa la linea aziendale: «La soluzione è stata scelta sul mercato da coloro che hanno rilevato Alitalia e avranno valutato che questa è la scelta migliore», dice Gasparri. Non si rassegna, almeno apparentemente, la Lega Nord. «Sul partner la scelta è aperta, a fronte della manifestata volontà di Lufthansa», rilancia Bossi. In ogni caso, il senatùr afferma di avere ricevuto «garanzie» da Berlusconi su Malpensa, che dovrebbe restare un hub.
Nessuna preoccupazione suscita invece nella Lega il mancato rispetto da parte di Cai dei criteri di assunzione del personale nella nuova compagnia. A Fiumicino la tensione è alta e ieri i lavoratori hanno fatto sentire la propria voce con cortei che hanno attraversato lo scalo romano. Circa 400 "tute verdi", per lo più addetti dei settori delle pulizie di bordo, carico e scarico bagagli, hanno gridato slogan come "Lavoro, lavoro", sfilando davanti a passeggeri e dipendenti aeroportuali. «Ci sono centinaia di lavoratori ex Alitalia che a oggi ancora non hanno un contratto e non sanno se saranno assunti - ha spiegato Gaetano Riccitelli della Cgil Trasporti - mentre il resto dei lavoratori assunti in Cai hanno avuto una penalizzazione sui contratti. Il premier dice di aver salvato Alitalia ma non salva i lavoratori». La Commissione di garanzia sugli scioperi ha bollato come «illegittime» le proteste ed ha chiesto di sospenderle. Nessun atto illegale, ribatte la Filt Cgil: «Sono assemblee legittime, programmate da giorni con orario d'inizio e fine».
Chiunque sarà il parner di Alitalia, sa già che tra qualche giorno si beccherà il primo sciopero di quattro ore di tutto il personale (assistenti di volo, piloti, terra). Lo ha indetto SdL intercategoriale per il 19 gennaio, dalle 10 alle 14, per protesta contro «i criteri discriminatori adottati dall'azienda nel processo di assunzioni, gli enormi problemi occupazionali che lasciano per strada migliaia di colleghi e di precari, le condizioni contrattuali di lavoro che peggioreranno di giorno in giorno».


Liberazione 09/01/2009

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