
Auto a metà: -46%
di Roberto Tesi
su Il Manifesto del 15/01/2009
La domanda crolla e la produzione industriale a novembre precipita
Peggio del previsto: la produzione industriale è crollata in tutta Europa. E il botto maggiore in Italia in novembre l'ha fatto il comparto dell'auto con una picchiata del 46,4% che (magra consolazione) si riduce al 42,8% se anziché il dato grezzo si considera il dato destagionalizzato. E le prospettive non sono buone: secondo il Centro studi della Confindustria anche in dicembre la produzione industriale registra una ulteriore discesa.
In Italia (ma anche in tutta Europa, come confermano i dati Eurostat) l'industria si sta «incartando»: la recessione sta facendo crollare le vendite, la caduta delle vendite sta provocando un aumento dello scorte (e le imprese reagiscono diminuendo la produzione) accompagnata da una flessione degli ordinativi. A questo punto le imprese diminuiscono la produzione e quindi la quantità di lavoro. In una prima fase «picchiando» sugli atipici e ricorrendo alla cassa integrazione che non a caso nell'ultimo mese del 2008 ha fatto segnare un incremento del 525% rispetto al 2007. Ma la caduta dei redditi a catena provoca nuove flessioni nei consumi con una ulteriore caduta della domanda, ma anche degli investimenti perché in una fase recessiva e di scarsa utilizzazione degli impianti sono poche le imprese che investono.
Ma veniamo ai dati. In Europa (sia nell'area dell'euro, sia nell'intera Ue) in novembre la produzione industriale è diminuita dell'1,6% rispetto a ottobre. Rispetto al novembre 2007, invece, la caduta è del 7,7%. In Italia, invece, la produzione industriale, sempre in novembre è scesa del 2,3% su base mensile e del 9,7% su base annua che sale al 12,3% non tenendo conto del giorno lavorativo in meno del novembre 2008 rispetto al novembre 2007. Nella media dei primi undici mesi dell'anno, l'output industriale segna una caduta del 3,5% rispetto allo stesso periodo del 2007. Sulla base di stima presentate ieri dall'Isae, si prevede che il 2008 si chiuderà con una caduta della produzione industriale del 4,1% (-6,2% solo nell'ultimo trimestre) e questo lascia supporre che il Pil dell'anno presenterà una caduta abbondantemente superiore all'1%. Da notare che le insolitamente ampie variazioni della produzione (quella tendenziale di novembre è la maggiore dal 1991) stanno costringendo l'Istat a raddoppiare gli sforzi per valutare correttamente il reale andamento. E questo ha portato a una revisione ampia delle variazioni congiunturali di ottobre (da -1,2% a -2%) e di settembre (da -2,6% a -3,1%).
Per quanto riguarda l'auto la cui caduta di produzione ha condizionato l'indice generale, ieri il ministro Claudio Scajola ha fatto sapere che «venerdì in Europa ci sarà una riunione dei ministri dell'Industria europei e la settimana successiva ci sarà un incontro tra Francia, Germania e Italia». Interpellato al termine di una audizione a Montecitorio sul dato odierno di produzione industriale di auto che ha segnato un calo del 46,4% su base annuale. Scajola ha ribadito che il settore dell'auto è «fondamentale e importante per l'economia del paese» e che c'è un monitoraggio anche degli interventi che saranno fatti negli Usa ma «non possiamo distorcere il mercato». Secondo Scajola un'eventuale azione deve essere decisa nell'ambito di una «politica europea condivisa». In più, ha aggiunto, «nulla deve essere fatto se non finalizzato al risparmio energetico e all'innovazione tecnologica; gli incentivi devono andare verso le nuove tecnologie».
Per cercare di uscire dalla crisi, Susanna Camusso (indicata come prossima segretaria generale della Cgil) indica la necessità di avviare «in cantieri di investimenti pubblici; sostenere il campo dei trasporti con la domanda pubblica, anche attraverso la riconversione ecologica; rilanciare la ricerca, alimentare i consumi» soprattutto con la stabilizzazione dei precari e l'estensione degli ammortizzatori sociali.
di Roberto Tesi
su Il Manifesto del 15/01/2009
La domanda crolla e la produzione industriale a novembre precipita
Peggio del previsto: la produzione industriale è crollata in tutta Europa. E il botto maggiore in Italia in novembre l'ha fatto il comparto dell'auto con una picchiata del 46,4% che (magra consolazione) si riduce al 42,8% se anziché il dato grezzo si considera il dato destagionalizzato. E le prospettive non sono buone: secondo il Centro studi della Confindustria anche in dicembre la produzione industriale registra una ulteriore discesa.
In Italia (ma anche in tutta Europa, come confermano i dati Eurostat) l'industria si sta «incartando»: la recessione sta facendo crollare le vendite, la caduta delle vendite sta provocando un aumento dello scorte (e le imprese reagiscono diminuendo la produzione) accompagnata da una flessione degli ordinativi. A questo punto le imprese diminuiscono la produzione e quindi la quantità di lavoro. In una prima fase «picchiando» sugli atipici e ricorrendo alla cassa integrazione che non a caso nell'ultimo mese del 2008 ha fatto segnare un incremento del 525% rispetto al 2007. Ma la caduta dei redditi a catena provoca nuove flessioni nei consumi con una ulteriore caduta della domanda, ma anche degli investimenti perché in una fase recessiva e di scarsa utilizzazione degli impianti sono poche le imprese che investono.
Ma veniamo ai dati. In Europa (sia nell'area dell'euro, sia nell'intera Ue) in novembre la produzione industriale è diminuita dell'1,6% rispetto a ottobre. Rispetto al novembre 2007, invece, la caduta è del 7,7%. In Italia, invece, la produzione industriale, sempre in novembre è scesa del 2,3% su base mensile e del 9,7% su base annua che sale al 12,3% non tenendo conto del giorno lavorativo in meno del novembre 2008 rispetto al novembre 2007. Nella media dei primi undici mesi dell'anno, l'output industriale segna una caduta del 3,5% rispetto allo stesso periodo del 2007. Sulla base di stima presentate ieri dall'Isae, si prevede che il 2008 si chiuderà con una caduta della produzione industriale del 4,1% (-6,2% solo nell'ultimo trimestre) e questo lascia supporre che il Pil dell'anno presenterà una caduta abbondantemente superiore all'1%. Da notare che le insolitamente ampie variazioni della produzione (quella tendenziale di novembre è la maggiore dal 1991) stanno costringendo l'Istat a raddoppiare gli sforzi per valutare correttamente il reale andamento. E questo ha portato a una revisione ampia delle variazioni congiunturali di ottobre (da -1,2% a -2%) e di settembre (da -2,6% a -3,1%).
Per quanto riguarda l'auto la cui caduta di produzione ha condizionato l'indice generale, ieri il ministro Claudio Scajola ha fatto sapere che «venerdì in Europa ci sarà una riunione dei ministri dell'Industria europei e la settimana successiva ci sarà un incontro tra Francia, Germania e Italia». Interpellato al termine di una audizione a Montecitorio sul dato odierno di produzione industriale di auto che ha segnato un calo del 46,4% su base annuale. Scajola ha ribadito che il settore dell'auto è «fondamentale e importante per l'economia del paese» e che c'è un monitoraggio anche degli interventi che saranno fatti negli Usa ma «non possiamo distorcere il mercato». Secondo Scajola un'eventuale azione deve essere decisa nell'ambito di una «politica europea condivisa». In più, ha aggiunto, «nulla deve essere fatto se non finalizzato al risparmio energetico e all'innovazione tecnologica; gli incentivi devono andare verso le nuove tecnologie».
Per cercare di uscire dalla crisi, Susanna Camusso (indicata come prossima segretaria generale della Cgil) indica la necessità di avviare «in cantieri di investimenti pubblici; sostenere il campo dei trasporti con la domanda pubblica, anche attraverso la riconversione ecologica; rilanciare la ricerca, alimentare i consumi» soprattutto con la stabilizzazione dei precari e l'estensione degli ammortizzatori sociali.
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