
«Arabi fuori dalle elezioni. Questa è politica razzista»
di Francesca Marretta
su Liberazione del 17/01/2009
Jamal Zahalka presidente del partito Balad
Mentre a Gaza non si ferma l'offensiva israeliana, nello Stato ebraico procede la macchina elettorale, in vista del voto per le elezioni politiche il prossimo dieci febbraio. Lunedì scorso, il comitato elettorale della Knesset (il parlamento israeliano), su richiesta della coalizione di estrema destra, Ichud Leumi-Israel Beiteneu ed il partito centrista Itay Furman (ex Shinui), ha votato l'esclusione dei due partiti arabi di Israele Balad (Assemblea Nazionale Democratica della minoranza araba) e Tàal (Lista Araba Unita), dalle ormai imminenti elezioni. Le due formazioni arabe sono state accusate di non riconoscere Israele come Stato ebraico e sostenere la lotta armata. Contro il provvedimento si sono schierati solo il partito di sinistra Meretz, che ha votato contro ed il partito di sinistra a componente araba ed ebraica israeliana, Hadash (Fronte democratico per la pace e l'uguaglianza), che ha lasciato l'aula al momento del voto. La decisione di escludere i due partiti arabi, è stata presa dopo una acceso dibattito parlamentare, in cui sono volati pesanti insulti incrociati: «Ogni voto dato a Kadima è una pallottola nel petto di un bambino palestinese» ha inveito contro i colleghi deputati in aula il leader della Lau, Ahmed Tibi, accusando Israele di essere «un paese razzista». Tibi ha dichiarato nella stessa seduta: «Gli arabi sono abituati a questo tipo di lotte e ne verranno fuori vincitori». Il presidente di Balad, Jamal Zahalka, si è detto non sorpreso dalla decisione del comitato elettorale, dal momento «che si è votato per ragioni politiche in un'atmosfera di guerra». Nelle ultime settimane erano state sottoposte alla Knesset tre diverse richieste per impedire al partito Balad, che conta attualmente tre seggi in parlamento, di presentarsi alle prossime elezioni. Balad ha presentato ricorso in appello all'Alta Corte di Giustizia per rovesciare il verdetto della Commissione elettorale centrale del Parlamento israeliano. Il Tribunale si pronuncerà la prossima settimana. «Ma in questo clima di guerra, non c'è da aspettarsi nulla che riporti il paese al rispetto delle regole della democrazia», ha dichiarato a Liberazione Jamal Zahalka.
Che impatto avrebbe l'esclusione delle liste arabe dalla partecipazione alle elezioni?
«Questa decisione è stata presa da un comitato politico, il comitato elettorale centrale, che rappresenta tutte le forze presenti in Parlamento. Mettendo le componenti arabe nell'angolo credono di guadagnarsi a buon mercato il consenso di coloro che nel paese sono favorevoli a questa guerra, a spese dei palestinesi che vivono in Israele. Se l'Alta Corte dovesse avallare questo tentativo antidemocratico di tagliarci fuori dalle elezioni non esisterebbe più una rappresentanza in Parlamento della parte araba della popolazione di Israele. Noi vogliamo parteciapare democraticamente al voto, ma se ci sará impedito inviteremo al boicottaggio del voto tutta la parte araba del paese. Dal punto di vista legale l'Alta corte dovrebbe bocciare questa decisione della Commissione elettorale, ma io credo che nell'ombra di quesa guerra il clima sia poco propizio per la democrazia e i diritti delle minoranze».
Sostenete Hamas, nel cui statuto si invoca la distruzione di Israele, come dice la maggioranza dei parlamentari israeliani?
«Ci accusano di sostenere Hamas. La verità è che noi sosteniamo il popolo palestinese. Sosteniamo il diritto alla vita dei bambini palestinesi. Israele ne ha uccisi più di trecento in venti giorni di guerra. Noi pensiamo che Hamas faccia parte dell'arena politica palestinese. E sosteniamo che debba tornare all'unità con Fatah. Noi non vogliamo il dominio di Hamas a Gaza, ma che i palestinesi ritornino ad un assetto istituzionale comune. Non siamo sionisti, ma siamo figli di questo paese, siamo nati qui. La verità è che le accuse che ci vengono mosse sono uno dei tanti aspetti della profonda crisi che esiste in tra lo Stato di Israele e la componente araba della propria popolazione. Il Premier Olmert, Barak e il capo di Stato Maggiore della difesa per noi si sono resi responsabili di crimini di guerra».
Come guardate al modo in cui l'Anp sta gestendo la crisi?
«Non siamo affatto soddisfatti dell'atteggiamento dell'Anp. Potrebbe fare molto di più, assumere toni molto piu forti. Da quando è cominciata l'aggressione a Gaza la gente scende in piazza a gridare la propria rabbia e i servizi di sicurezza dell'Anp reprimono le manifestazioni».
Qual è il vostro orientamento sul ruolo dell'Egitto?
«L'Egitto è corresponsabile per l'isolamento di Gaza. Potrebbe aprire la frontiera di Rafah, ma non lo fa».
La decisione di escludere le liste arabe dalle elezioni trova consenso in Israele?
«La decisione presa dalla commissione in parlamente riflette decisamente quello che accade nella societá israeliana. Ma l'opinione pubblica israeliana dovrbbe capire che quello che accade oggi è che uno come Lieberman (leader di Israel Beiteneu, partito russofono di estrema destra, ndr.) un fascista, decide ciò che è consentito o meno nella vita politica del paese e capire davanti a che minaccia per la democrazia ci troviamo. Lieberman è il baromentro del razzismo nella societá israeliana. Quando si rafforza vuol dire che la societá è più intollerante».
Se l'Alta Corte avallerá la decisione della commissione elettorale, come vi organizzerete?
«Credo che ci sará un boicotaggio di massa delle elezioni da parte della comunitá palestinese. E a questo punto ci organizzeremo per avere un parlamento separato per i palestinesi in Israele».
Ma come potreste ottenerne il riconoscimento?
«Credo che possiamo intanto possiamo crearlo. Ne abbiamo il diritto. In quanto minoranza araba in Israele sceglieremo indipendentemente la nostra leadership. Non ci resta altra scelta dato che ci viene impedito in maniera antidemocratica, di partecipare democraticamente alle elezioni. Creeremo un parlamento arabo separato in Israele, in maniera indipendente e volontaria e ne chiederemo il riconoscimento al mondo arabo all'Europa e agli Stati Uniti».
Cosa accadrà tra popolazione araba di Israele e resto del paese se la destra vincerà le prossime elezioni?
«Vede, in Israele per vedere la differenza tra destra e sinistra bisogna munirsi di lente di ingrandimento. E Livni e Barak, per quello che abbiamo visto con questa guerra, hanno dimostrato di essere più crudeli della destra estrema».
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